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Regione, Pdl contro Cascio Leontini per la presidenza?

Lo scontro che si è aperto a Palermo dopo il flop di Massimo Costa e il crollo del consenso (8% e tre soli seggi in consiglio) ha provocato scosse di assestamento a livello regionale. Intanto Miccichè, malgrado Scoma non abbia escluso di sostenerlo, ribadisce che lui correrà per Palazzo d’Orleans anche senza il sostegno del partito di Berlusconi

PALERMO. Il gruppo parlamentare del Pdl all’Ars si muove in vista delle Regionali ed è pronto a chiedere ai vertici nazionali di portare avanti una candidatura a sorpresa. Non è quello di Francesco Cascio il nome che i deputati faranno ad Alfano per Palazzo d’Orleans. Né si spingeranno a sostenere il leader di Grande Sud Gianfranco Miccichè. I deputati regionali lavorano alla candidatura di Innocenzo Leontini, attuale capogruppo a Sala d’Ercole.
Lo scontro che si è aperto a Palermo dopo il flop di Massimo Costa e il crollo del consenso (8% e tre soli seggi in consiglio) ha provocato scosse di assestamento a livello regionale. A Palermo il segretario provinciale Francesco Scoma ha accusato Cascio di aver sbagliato a candidare Costa contro il volere della base del partito. E da qui Scoma si è mosso per stoppare la corsa del presidente dell’Ars verso Palazzo d’Orleans. Cascio ha replicato chiedendo le dimissioni di Scoma: «Ha sbagliato le liste».
Contro Cascio cova un forte malcontento. E mercoledì si riunirà il gruppo all’Ars: potrebbe essere stilato un documento con cui viene chiesto di puntare su Leontini. «Non si può pensare che a Palermo non sia successo nulla - anticipa il deputato siracusano Vincenzo Vinciullo - nè si può evitare di sottolineare che malgrado tutte le cariche più importanti siano concentrate su palermitani, i risultati sono stati modesti. Noi siamo convinti che, se toccherà al Pdl esprimere la candidatura per la Regione, è arrivato il momento di puntare su Leontini. Ha guidato l’opposizione all’Ars e quindi può guidare un governo alternativo a questo. Mercoledì va riconosciuta la coerenza di Leontini».
Nel frattempo però Miccichè, malgrado Scoma non abbia escluso di sostenerlo, ribadisce che lui correrà per la Regione anche senza il sostegno del Pdl: «Non so se ci saranno le condizioni per ricostruire il centrodestra, io corro comunque». Miccichè è forte del buon risultato di Grande Sud a Palermo, Agrigento e Trapani e punta a un asse: «Gli unici che possono sorridere siamo noi e l'Udc, che spero sia il nostro alleato per Palazzo d'Orleans». Dentro il Pdl tornano a circolare anche nomi di possibili esterni in grado di aggregare il centrodestra, Roberto Lagalla in primis. Ma intanto c’è da superare un clima di guerriglia nell’area palermitana: ieri Bartolo Sammartino e Stefano Santoro hanno chiesto le dimissioni del coordinatore Gianpiero Cannella. La sconfitta al Comune toglie spazi politici e amministrativi e suggerisce a molti un altro ragionamento: se la presidenza della Regione - ultima meta raggiungibile - andasse al Pdl, i berlusconiani dovrebbero lasciare gran parte dei posti in giunta e di sottogoverno agli alleati. Gli unici spazi rimasti si ridurrebbero provocando il rischio di fughe dal Pdl.
Lo scontro interno all’area di maggioranza del partito rischia di indebolire Alfano. Non a caso l’area palermitana degli ex An, guidata da Salvino Caputo, organizzerà la prossima settimana un incontro per provare a serrare le file e far sentire il proprio peso nei prossimi passaggi. E l’attacco più duro agli alfaniani arriva dall’area ex An di Catania, dove il sindaco Raffaele Stancanelli chiede le dimissioni del segretario regionale del Pdl Giuseppe Castiglione, il maggiore interprete della linea Alfano: «C’è un arretramento del Pdl che dovrebbe suggerire ai vertici regionali una riflessione. Anche perchè la linea è risultata fallimentare. In vista delle Regionali bisogna allargare il più possibile la coalizione, fino all’Mpa».

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