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Primarie, nel centrodestra si decide lunedì

Convocata una riunione con tutti i vertici siciliani. Scoma: se il centrosinistra sceglie un candidato politico, anche noi faremo altrettanto

PALERMO. Il giorno chiave per capire cosa succede nel centrodestra in vista del voto è lunedì prossimo. Il 30 mattina infatti è convocata nella sede del Pdl regionale in via Bonomo una maxi-riunione a cui parteciperanno i vertici siciliani (Castiglione e Nania), quelli provinciali e quelli cittadini. E poi tutta la deputazione sia quella romana che quella dell’Ars. Si dovrà decidere sulle primarie, si dovrà capire quale ruolino di marcia dare a questa consultazione ma da più parti, si fa notare, i tempi sono strettissimi se è vero che si andrà al voto intorno alla metà di maggio. Certo è che ieri Angelino Alfano, leader nazionale del Pdl, in una dichiarazione non parla più esplicitamente di primarie a Palermo come nei giorni scorsi ma parla più genericamente di un Pdl che «deciderà seguendo un metodo democratico». Per poi aggiungere: «I candidati li sceglieremo attraverso il metodo della consultazione popolare della nostra base». Parole che fanno il paio con il congresso provinciale e quello cittadino del Pdl che si terrà il 18 febbraio. Potrebbe essere quella la sede da cui verrà fuori il candidato del Pdl? Qualcuno dice di sì. E quindi, in questo caso, niente più primarie. Ma tutto è in divenire.
Alberto Campagna, presidente del consiglio comunale e uno dei responsabili del Pdl a Palermo parla ancora dell’ipotesi primarie, anzi di primarie di coalizione, ed estende il discorso anche al Pid che ha tirato fuori due candidati, il vice sindaco uscente Pippo Enea e il deputato regionale Marianna Caronia. Nomi del Pdl? Ufficialmente non li fa Campagna e non li fa nessun altro. C’è chi tira fuori sempre il nome di Lagalla ma intanto il rettore è impegnato in un tour istituzional-scientifico in Centramerica e l’idea di candidarsi sembra non lo sfiori più. C’è Francesco Scoma che è segretario provinciale uscente e pertanto organizzerà il congresso del 18. Qualcuno dice che resta un papabile ma lui parla solo per dire: «Se il centrosinistra sceglie un candidato politico, anche noi dobbiamo fare altrettanto». Che suona come un modo per spianarsi la strada. E poi c’è anche Francesco Cascio che ha detto no ma il suo nome resta in ballo. E poi c’è il Grande Sud di Micciché. Al momento silenzioso.

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