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Fiducia, Berlusconi in aula tra applausi e sbadigli

Assente l'opposizione con i banchi del Pd e dell'Idv dove non c'é nessuno. Non sono pochi, però, neppure gli scranni del partito del premier rimasti vuoti: esce anche Bossi, mentre Scajola consulta l'Ipad

ROMA. Dai banchi dell'opposizione vuoti (tranne la fila in alto a sinistra occupata dai radicali) ai 13 applausi della maggioranza a Berlusconi; dalla sedia lasciata vuota da Bossi a dividere il premier da Giulio Tremonti, al silenzio di Claudio Scajola, impegnato a consultare il suo iPad: é questa la fotografia del dibattito che ha visto oggi alla Camera porre da Berlusconi la sua cinquantunesima fiducia.
La mattinata parte con una chiacchierata nel cortile di Montecitorio tra Bossi e Tremonti, interrotta dall'arrivo di Berlusconi in Aula.
 L'Emiciclo si presenta in una versione inedita: nei banchi del Pd e dell'Idv non c'é nessuno, mentre quelli di Fli vengono in parte riempiti da qualche deputato del Pdl, anche se non sono pochi gli scranni del partito di Berlusconi rimasti vuoti.
Gremiti, invece, i banchi del governo costringendo quattro ministri, (i leghisti Maroni e Calderoli, il guardasigilli Nitto Palma e Giancarlo Galan) ad accomodarsi nelle prime due file dei posti solitamente utilizzati dall'Idv.
Berlusconi attacca a parlare e incassa subito i primi due dei suoi 13 applausi: il primo appena inizia il discorso, il secondo, dopo pochi attimi, quando si "scusa personalmente" dell'"incidente parlamentare, di cui la maggioranza porta la responsabilità", come definisce la bocciatura del primo articolo del rendiconto di bilancio dello Stato.
Applausi a parte, in Aula c'é silenzio. Zitto anche Scajola che però si unisce - sospendendo per l'occasione la consultazione dell'Ipad - ai vari battimani e alla finale 'standing ovation' che un'Aula
'monocolore' tributa al suo leader.
Berlusconi termina, stringe la mano a Bossi, che più volte é stato visto sbadigliare, e parte il dibattito. In tanti escono, ma lui resta al suo posto ad ascoltare. A un certo punto, però, se ne va; lascia libera la sedia accanto al premier ma Tremonti non "scala" per occuparla. Anzi: poco dopo pure lui lascerà l'Emiciclo senza neanche scambiarsi uno sguardo con Berlusconi, che terrà la breve replica con ancora meno deputati dell'inizio ma soprattutto con vistosi buchi al banco del governo, dove si trova vicina solo Michela Brambilla ed i sottosegretari Letta e Cesario.

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