ROMA. Un nuovo scudo fiscale, per far rientrare i capitali rimasti all'estero, con una 'penale' però superiore a quella del 5% inserita nel 'condono' precedente, del 2009. E' una delle ipotesi che, secondo fonti della maggioranza, si starebbe valutando. L'idea sarebbe quella di sfruttare la tobin tax europea che potrebbe rendere più difficile l'anonimato degli evasori.
La necessità di valutare un nuovo 'scudo' fiscale per far rientrare i capitali esteri, spiegano all'ANSA ambienti della maggioranza, nasce dal fatto che la proposta di tassare i capitali già 'scudati', fatta anche dalle opposizioni, potrebbe risultare impraticabile, sia perché suscettibile di obiezioni sotto il profilo costituzionale, sia perché di difficile realizzazione pratica.
Ecco perché si sta valutando una soluzione alternativa. Per ora, precisano le stesse fonti, si tratta solo di ipotesi. A spingere verso la soluzione di uno 'scudo-bis', spiega una fonte parlamentare della maggioranza solitamente bene informata, ci potrebbe essere anche un'altra ragione: se veramente dovesse entrare in vigore la tobin tax europea voluta da Angela Merkel e Nicolas Sarkozy sulle transazioni finanziarie, "Chi ha espatriato capitali all'estero rischierebbe di essere scoperto, perché se non vuole tenere 'fermi' sul conto corrente i suoi soldi, dovrà investirli, ma facendolo sarà costretto a pagare le imposte con il rischio di 'riemergere' nel sistema tributario di un altro Paese".
Manovra, c'è l'ipotesi scudo-bis
L'obiettivo è far rientrare i capitali rimasti all'estero con una penale superiore al 5%. L'idea è quella di sfruttare la tobin tax
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