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Abolizione delle Province, la Camera dice no

La proposta di legge affossata dai voti di Pdl e Lega e dall'astensione del Partito democratico. Idv e Terzo Polo favorevoli alla cancellazione. Castiglione, presidente dell’Upi: “Discussione inutile finalmente chiusa”

ROMA. Le province non si toccano. Grazie alla convergenza dei voti di Pdl e Lega e con l'astensione del Partito democratico, l'Aula della Camera affossa la proposta di legge costituzionale dell'Italia dei Valori per la loro eliminazione. Anche il Terzo Polo ha votato a favore dell'abolizione delle province e il Pd si è ritrovato da solo a metà del guado.
La Camera ha subito respinto il mantenimento del primo articolo del testo, che cancellava con un tratto di penna le parole "le province" dal Titolo V della Costituzione (225 i voti contrari, 83 quelli a favore, 240 gli astenuti).
L'astensione del Pd è stata un punto di mediazione raggiunto dopo un serrato dibattito interno. In assemblea, da una parte c'era chi, come Veltroni e Bindi, voleva eliminare le province per tagliare i costi della politica ; e, dall'altra, chi difendeva la posizione storica del partito, che vuole una riduzione delle province ma non una loro abolizione 'tout court'. In aula il capogruppo Dario Franceschini ha illustrato la posizione dei democratici e  accusato Di Pietro di volere un voto "non utile per la politica ma solo per andare sui giornali".
"Si chiude l'inutile discussione sull'abolizione delle Province: ci auguriamo che da qui si possa partire con un vero confronto sulle riforme necessarie per il governo dei territori, dall'eliminazione degli enti strumentali alla razionalizzazione delle Province stesse". E' quanto afferma il presidente dell'Upi e della Provincia di Catania, Giuseppe Castiglione, commentando il dibattito alla Camera.

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