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Terzo Polo, D'Alia: "Coordinamento dopo i ballottaggi"

Il senatore dell'Udc: "Organizzeremo un'iniziativa pubblica. Dobbiamo trasformarci e radicarci, perché il movimento ha una sua logica solo se si pone in modo netto come alternativa al Pdl e al Pd"

PALERMO. Dopo i ballottaggi per le amministrative del 14 e 15 giugno, i partiti del Terzo polo in Sicilia organizzeranno un'iniziativa pubblica e costituiranno un coordinamento regionale e coordinamenti tra i gruppi all'Assemblea regionale siciliana e negli enti locali. Lo annuncia conversando con l'ANSA il senatore Gianpiero D'Alia, coordinatore dell'Udc in Sicilia.     Dopo l'impegno elettorale che ha impegnato i partiti nella composizione delle liste, dice D'Alia, "il Terzo Polo deve trasformarsi e radicarsi, perché ha una sua logica solo se si pone in modo netto come alternativa al Pdl e al Pd".   


Proprio le urne, secondo il presidente dei senatori Udc, "hanno dimostrato che il Terzo Polo nell'isola ha una base solida: ci attestiamo intorno al 30%". Ecco, quindi, che "bisogna lavorare per creare il coordinamento regionale, così come avvenuto a livello nazionale", avverte D'Alia che non sembra preoccupato per le fibrillazioni interne ai partiti, per esempio a Fli e al Mpa, dove alcuni dirigenti propendono più verso il dialogo col centrodestra. "Parlare di alleanze in questa fase è sbagliato - sostiene D'Alia - Le alleanze si fanno sui programmi, sulle persone e in vista di elezioni. Ne parleremo dunque al momento opportuno, quando andremo a votare".


"La linea del Terzo Polo è la linea nazionale di Casini, Fini, Rutelli d'intesa con Lombardo - aggiunge il senatore - Auspichiamo, dunque, che in Sicilia anche all'interno di Fli si parli un solo linguaggio, altrimenti la gente non ci capisce". Porte chiuse invece alle primarie, come strumento per le candidature. "Siamo contrari - afferma D'Alia - perché lo riteniamo un modo plebiscitario e populista e non mi meraviglia l'entusiasmo del Pdl, un partito populista come il Pd. Noi siamo per le preferenze e per la selezione dal basso della classe dirigente, ma contro visioni plebiscitarie".

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