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Faccia a faccia Scalia-Fini Prevale il gelo: tutto rimandato

Il leader di Futuro e Libertà in Sicilia sarebbe pronto a lasciare il partito, abbandonando la linea dura anti Berlusconi. Lo Presti: “Il mancato incontro è un brutto segnale”

PALERMO. È saltato, ieri, il faccia a faccia fra Pippo Scalia e Gianfranco Fini. Il leader del partito in Sicilia avrebbe dovuto incontrare il presidente della Camera al mattino insieme ad Adolfo Urso. Ma poi ha prevalso il gelo fra le parti.
E ora in casa Fli il pessimismo su Scalia è evidente. «Il mancato incontro è un brutto segnale» ha detto Nino Lo Presti, che con Scalia condivide l’asse delle colombe che guidano il partito in Sicilia. Il coordinatore regionale di Fli potrebbe incontrare Fini oggi.
Ieri, nell’attesa, il capogruppo di Fli all’Ars, Livio Marrocco, ha riunito il gruppo. Fra i finiani di Sicilia c’è stupore per lo strappo che Scalia, considerato un fedelissimo fino a una settimana fa, potrebbe maturare. Tuttavia Marrocco, Alessandro Aricò, Pippo Currenti e lo stesso Luigi Gentile (agrigentino come Scalia) potrebbero non seguire il leader nell’addio a Fini. Almeno in una prima fase nessuno lascerebbe il partito in Sicilia: «Non diamo nulla per scontato - ha sintetizzato Marrocco al termine dell’incontro -. Cerchiamo di capire cosa succede a Roma e quali equilibri si raggiungono. Poi decideremo». In questo senso, anche l’assessore al Territorio, Gianmaria Sparma, potrebbe restare in giunta ed evitare scossoni.
Anche in caso di addio a Fini, Scalia non dovrebbe a sua volta transitare in altri partiti ma parteciperebbe insieme ad altri transfughi di Fli e vari parlamentari a un nuovo gruppo autonomo che però si muoverebbe nell’orbita berlusconiana abbandonando la linea dura interpretata da Fabio Granata e Carmelo Briguglio.
Tutto però può cambiare di ora in ora perchè il pressing di Italo Bocchino sugli indecisi di Fli è incessante.
E ieri si è aperto un caso anche dentro il Pid, il partito nato dalla scissione degli uomini di Saverio Romano dall’Udc di Casini. Anche il Pid si muove nell’orbita berlusconiana e all’Ars è uno dei tre pilastri dell’opposizione a Lombardo insieme a Forza del Sud e Pdl. Ieri il deputato messinese Santino Catalano ha diramato alle 18,30 un comunicato in cui annuncia l’addio al partito. È pronta anche la lettera con cui comunica l’ingresso nel gruppo Misto. Tuttavia meno di un’ora dopo Catalano ha fatto diramare un altro comunicato - veicolato da ambienti Mpa - in cui chiedeva di non tenere conto della nota precedente. Catano non avrebbe gradito alcuni ingressi nel Pid messinese. Da qui l’addio a Romano e l’avvicinamento all’area di Lombardo.

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