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Manovra, i sindaci siciliani riuniti: così non si va avanti

Riunione dei primi cittadini a Palermo: se non avremo risposte consegneremo a Berlusconi le fasce tricolori

PALERMO. Stanno mettendo insieme un elenco di proposte da presentare al Governo nazionale affinché vengano alleggeriti i punti della manovra economica che colpiscono i comuni siciliani. È una delle iniziative che i sindaci dell'Isola, stamane, in coincidenza con la manifestazione dei primi cittadini davanti al Senato, stanno affrontando a Palermo al cinema Tiffany dove si sono riuniti.
"Consegneremo le nostre richieste a Berlusconi - ha spiegato il vice presidente dell'Anci Sicilia, Giuseppe Siviglia, sindaco di San Giuseppe Jato - e se non saranno prese in considerazione lasceremo le nostre fasce tricolore al Presidente del Consiglio, perché in queste condizioni nessuno di noi è in grado di amministrare".
Per il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, "i comuni sono davanti a questioni di gravità straordinaria: non abbiamo risorse per pagare gli stipendi ai precari e a questo punto si pone un serio problema di ordine pubblico, siamo quasi alla guerra civile. Se sono stati commessi errori nel passato, non si può pensare di farli pagare tutti insieme ad una sola generazione".
"L'ipotesi del ritorno dell'Ici sulla prima casa, o di una tassa comunale equivalente, mi sembra una barzelletta". Ha detto ancora Siviglia, commentando le indiscrezioni che parlano di una tassazione degli immobili, ritenendo "inaccettabile che in un momento di crisi generalizzata per i cittadini e per l'amministrazione si pensi di caricare sui contribuenti l'onere di mettere a posto i conti".
"I tagli previsti dalla manovra  finanziaria condurranno i Comuni alla bancarotta e il patto di stabilità avrà enormi ripercussioni sociali". Ha commentato Vincenzo Di Girolamo, sindaco di Altofonte anche lui all'assemblea dei sindaci siciliani. "E' un governo miope - aggiunge - che dimostra di non avere a cuore gli interessi dei cittadini siciliani. Basta pensare che sarà impossibile rinnovare i contratti dei 23 mila precari che da anni lavorano nella pubblica amministrazione. Ecco perché è necessaria una mobilitazione".

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