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Regione, chi andrà in missione dovrà stringere la cinghia

L'assessorato all'Economia ha stabilito i nuovi massimali per la spese. niente più taxi e solo alberghi a tre stelle

PALERMO. A bordo di taxi? Solo in caso estremi, altrimenti tutti sugli altri mezzi pubblici. Quanto ai pasti, si possono spendere massimo 61,10 euro giornalieri. E per andare a nanna, la priorità va data agli hotel a tre stelle: quelli a 4, infatti, sono ammessi soltanto a pari costo o in assenza di posti nelle strutture più economiche. Naturalmente, al bando gli alberghi di lusso, alias i cinque stelle. Nero su bianco, tutto su una circolare dell'Assessorato all'Economia che una volta e per tutte fa chiarezza in tema di rimborsi spese per le trasferte dei dipendenti regionali, dirigenti compresi. Pubblicata sulla Gazzetta ufficiale di ieri, è diretta a tutti i dipartimenti, agli uffici di gabinetto degli assessori, alle ragionerie e, a scanso di equivoci, pure alla Corte dei Conti. L'incipit ne motiva la redazione con "alcune richieste di parere in materia di missioni del personale regionale". L'obiettivo, quindi, è "ad integrazione di precedenti istruzioni, emanare direttive univoche al fine di garantire l'uniformità di comportamento dei diversi dipartimenti regionali e quindi di trattamento del personale".  Le spese di trasporto. Chiaramente, il dipendente deve documentare le spese sostenute per i viaggi in ferrovia, aereo, nave ed altri mezzi di trasporto extraurbani. Quanto ai taxi, il rimborso è previsto solo in determinati casi: tra gli altri, la mancanza di altri mezzi pubblici di collegamento, lo sciopero o la sospensione dei servizi, la necessità di trasportare materiale pesante o ingombrante (purchè attinente alla missione) e l'incompatibilità degli orari dei mezzi pubblici con le esigenze della missione. Ove ammesso, il rimborso delle spese di taxi verrà effettuato sulla base dello scontrino rilasciato dal conducente, con tanto di indicazione di data e percorso. Nella circolare è precisato che "il personale in trasferta si avvale di norma dei mezzi di trasporto pubblici". Tuttavia, "può essere preventivamente autorizzato ad avvalersi del proprio mezzo di trasporto, in quanto risulti più conveniente dei normali servizi di linea". In questi casi, al dipendente spetta il rimborso "delle spese autostradali, di parcheggio e per l'eventuale custodia del mezzo, nonché un'indennità chilometrica pari a 1/5 del costo di un litro di benzina verde per ogni chilometro".  Il vitto. Per le trasferte dalla durata tra 8 e 12 ore compete solo il rimborso per un pasto nel limite di 30,55 euro. Se si resta in missione oltre 12 ore, sono consentiti due pasti giornalieri nel limite complessivo di 61,10 euro. Quanto alle fatture, devono riportare il nominativo del dipendente: non è rimborsabile, infatti, la spesa desumibile da ricevute rilasciate cumulativamente per più persone. Tranne casi eccezionali, il consumo dei pasti in località diversa da quella della missione fa sì che la spesa sostenuta non può essere rimborsata. Il rimborso per l'alloggio. Per le trasferte oltre le 12 ore, al dipendente spetta il rimborso per il pernottamento in un albergo fino a quattro stelle. Tuttavia, "nell'ottica del razionale utilizzo delle risorse la categoria 4 stelle deve essere presa in considerazione qualora si verifichi l'impossibilità di pernottamento in strutture a 3 stelle o comunque la spesa non superi quella relativa alla categoria 3 stelle". E per chi non avesse capito l'aria di austerity, la circolare aggiunge: "Non è comunque consentito usufruire di alberghi di lusso".

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