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A Doha sono scattati i negoziati sulla pace in Medioriente: Hamas segue da lontano

Pope Francis leads the Regina Coeli prayer from his office window overlooking Saint Peter’s Square at the Vatican City, 15 August 2024.ANSA/VATICAN MEDIA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ NPK +++

Il vertice «dell’ultima occasione«, come lo hanno ribattezzato gli americani, è iniziato a mezzogiorno di Ferragosto a Doha. Sul tavolo la prima bozza grezza sulla liberazione degli ostaggi, un cessate il fuco dopo 314 giorni di guerra, la gestione del corridoio Filadelfia tra Gaza e l’Egitto.

I rappresentanti dei mediatori sono il capo della Cia Bill Burns, il ministro egiziano dell’intelligence Abbas Kamel, il primo ministro del Qatar al Thani. La squadra negoziale israeliana è al completo. Prima dell’inizio dei colloqui Sami Abu Zahari, portavoce di Hamas - che non è presente al vertice - ha affermato che il gruppo è «impegnato nella negoziazione», invitando «i mediatori a fare pressione su Israele affinché accetti la fine della guerra e il ritiro di tutte le forze dalla Striscia».

Subito dopo l’avvio dell’incontro, il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha fatto sapere che «i colloqui stanno procedendo» e che si vede un «inizio promettente». Secondo lui, ma anche secondo fonti israeliane, «proseguiranno anche domani». Kirby ha spiegato nel dettaglio come funzionano i negoziati: «Iniziano con un testo su un pezzo di carta ed entrambe le parti lavorano sulla formulazione. Fanno commenti, poi c’è una discussione e uno scambio di bozze, nonché ulteriori colloqui. Entrambe le parti hanno la possibilità di rivedere il testo e fare annotazioni», ha detto. «Per quanto riguarda la partecipazione di Hamas, in passato funzionava in modo simile. I rappresentanti discuteranno e poi saranno in contatto con i leader di Hamas, e li esortano a contattare direttamente Sinwar». Gli uomini di Hamas - che avevano escluso la partecipazione alle trattative - sono comunque a Doha (scelta proprio per questo per la riunione) e stasera saranno aggiornati dai mediatori del Qatar e dell’Egitto per avere aggiornamenti.

Il round negoziale punta questa volta ad arrivare al risultato per una tregua a Gaza (dove le vittime, secondo Hamas, sono ormai oltre la soglia di 40 mila) e la liberazione degli ostaggi da più di 10 mesi prigionieri nella Striscia. Ma anche a scongiurate la temuta risposta dell’Iran per la morte di Haniyeh i cui sviluppi potrebbero sfociare in un drammatico conflitto regionale. «Abbiamo informazioni che l’Iran si sta preparando ad attaccare Israele, ciò potrebbe avvenire senza preavviso o con brevissimo preavviso. Stiamo ancora lavorando per impedirlo», ha ribadito Kirby con gli Usa di Joe Biden in pressing per l’intesa. E intanto dal parlamento turco, dove è intervenuto, Abu Mazen ha annunciato che andrà a Gaza dopo oltre 8 anni, da quando Hamas ha preso il controllo della Striscia.

Anche Papa Francesco segue l'evoluzione dei negoziati. «Continuo a seguire con preoccupazione la gravissima situazione umanitaria a Gaza e chiedo ancora una volta che si cessi il fuoco su tutti i fronti, che si liberino gli ostaggi, che si aiuti la popolazione stremata», ha detto al termine dell’Angelus (foto scattata in piazza San Pietro). «Incoraggio tutti a compiere ogni sforzo perché il conflitto non si allarghi e a percorrere le vie del negoziato affinché questa tragedia finisca presto. Non dimentichiamo: la guerra è una sconfitta», ha sottolineato il Pontefice.

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