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Usa, Trump all'attacco: «Il mio è un processo show voluto da Biden»

Nuove critiche al giudice del processo per i soldi alla pornostar che definisce «corrotto» e al procuratore. Dalla furia dell'ex presidente non si salva neanche Bruce Springsteen: «Attiriamo più gente noi» che i suoi concerti

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Joe Biden è un «totale ritardato» circondato da «fascisti», ed è dietro al «processo show di New York a cui sono costretto»: con lui alla guida gli Stati Uniti «non sopravvivranno altri quattro anni». Donald Trump è un fiume in piena davanti ai suoi sostenitori in New Jersey. Dalla sua furia incontenibile non si salva nessuno, neanche Bruce Springsteen, uno dei residenti più famosi dello Stato e rinomato democratico: «Attiriamo più gente noi» che i suoi concerti.

Poi ha definito Juan Merchan, il giudice del processo «farsa» per i soldi alla pornostar, «corrotto e compromesso», e il procuratore di Manhattan Alvin Bragg «grasso». «Ho un grande rispetto per l’ufficio della presidenza e ho iniziato a parlare così di Biden solo perché» la corsa ora è ormai «senza esclusioni di colpi» dopo che «mi hanno incriminato quattro volte, più di Al Capone», ha detto Trump accusando Merchan e Bragg di svolgere il lavoro sporco per conto di Biden. L’ex presidente torna lunedì in tribunale a New York per trovarsi faccia a faccia con l’ex avvocato tuttofare, diventato il suo maggiore nemico, Michael Cohen.

Parlando a Wildwood davanti a 80.000-100.000 fan, in quello che ha definito il «comizio elettorale più grande della storia», Trump ha quindi spiegato di essere perseguitato solo perché corre per la Casa Bianca e di temere di più «i pericolosi nemici all’interno del Paese che quelli fuori. La Russia e la Cina le possiamo gestire, ma dobbiamo fermare i pazzi all’interno del nostro governo che distruggeranno il Paese». Descrivendolo ancora come il «peggior presidente della storia», uno «a cui tutti ridono dietro», Trump ha attaccato Biden per il «tradimento» a Israele - «sono per il diritto di Israele a vincere la sua guerra contro il terrore» - e si è impegnato a espellere dal Paese gli studenti che diffondono «il jihadismo o l’antisemitismo», in riferimento probabilmente ai manifestanti pro-Gaza nei campus.

«Biden ha detto di voler imporre i dazi sulle auto elettriche, ma avrebbe dovuto farlo quattro anni fa. L’Europa è inondata di auto cinesi. Non permetterò che questo accada nel nostro Paese», ha osservato ancora ricordando le sue doti nello stringere accordi e difendere gli interessi americani. «Quando Emmanuel Macron ci» minacciava con una tassa sulle «nostre aziende, gli ho detto che avrei imposto dal giorno dopo dazi del 100% su tutti i vini e lo champagne francese», e così la Francia non ha imposto alcun dazio. «Ho fatto molti affari così, anche con l’Italia», ha aggiunto, promettendo» un grande taglio delle tasse per la classe media, la classe alta, la classe bassa e la business class».

Nel comizio fiume di oltre un’ora e mezzo, l’ex presidente ha ringraziato i giudice conservatori della Corte Suprema per aver avuto il «coraggio» di agire sull’aborto e ha difeso la sua scelta di rimandare la decisione su come procedere ai singoli Stati. Quindi si è fermato su un tema a lui caro, quello dell’immigrazione, tornando a recitare la canzone di Oscar Brown ’The Snakè e rispolverando la sua ammirazione per Hannibal Lecter, il cannibale del film Il Silenzio degli Innocenti. «Con Biden c’è un’invasione» di migranti, «non ce lo possiamo permettere», ha detto osservando come in Venezuela e in Africa “le prigioni si sono svuotate perché» hanno mandato i loro detenuti al «nostro confine». L’ex presidente ha quindi assicurato che se tornerà alla Casa Bianca lancerà la «maggiore operazione di espulsione di migranti della storia».

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