Un incendio di enormi proporzioni ha divorato e ridotto a uno scheletro incandescente un edificio di 14 piani nel quartiere Campanar, a Valencia.
Le fiamme, che si sono sviluppate alle 17:30 dal quinto piano per motivi in corso di accertamento, a causa del forte vento di ponente e delle temperature elevate di 25 gradi si sono rapidamente propagate lungo la verticale dell’edificio ed estese anche alla torre 2, nello stesso blocco del complesso residenziale, dove complessivamente vivono circa 350 persone in 140 appartamenti. Secondo un bilancio provvisorio almeno 13 persone sono rimaste ferite, per fratture, ustioni e intossicazione da fumo, fra i quali vari pompieri e un bambino, ricoverati in vari ospedali della città.
Montato un ospedale da campo
Numerose persone, fra le quali un padre con la figlia e una coppia, rimaste a lungo intrappolate su balconi dei piani superiori, della torre 1 sono state portate in salvo dai pompieri, accorsi sul posto con oltre dieci squadre, mentre veniva montato un ospedale da campo e inviate unità mobili per ustionati e di rianimazione.
I vigili del fuoco non hanno ancora potuto verificare se all’interno dell’edificio ci sono ancora persone intrappolate. I servizi di emergenza del 112 si avvalgono della collaborazione della Ume, l’Unità militare dell’esercito, per tentare di mettere sotto controllo le fiamme. Poco prima delle 22 l’incendio non era ancora stato domato né confermate vittime mortali.
Le testimonianze drammatiche
Drammatiche le testimonianze dei residenti. «Abbiamo visto i vetri esplodere per il fuoco e la temperatura è diventata insopportabile e siamo fuggiti fuori. Ma c’erano ancora molte persone all’interno, che urlavano disperate cercando i loro parenti e alle quali i pompieri hanno detto di mettere panni bagnati sotto le porte per tentare di bloccare le fiamme e il fumo», ha raccontato Vicente ripreso dalla tv nazionale Rtve.
Ci sono ancora persone dentro
«Siamo sorpresi dalla rapidità con cui si sono propagate le fiamme, un’ora dopo il fuoco è passato anche alla torre 2, ci sono ancora molte persone dentro», ha riferito sotto choc Adriana, l’amministratrice del complesso, al media locale Levante. Secondo una prima ricostruzione dei vigili del fuoco, il materiale isolante sugli edifici costruiti 15 anni fa avrebbe favorito il rapido sviluppo del rogo, peraltro senza che si siano attivati i sistemi antincendio.
La vicepresidente dell’Ordine degli Ingegneri tecnici industriali di Valencia, Esther Pchades, che effettuò una perizia sul grattacielo, ha attribuito la voracità delle fiamme al rivestimento di uno strato di poliuretano sotto le placche di alluminio che ricoprivano la facciata, un prodotto «totalmente infiammabile, che ha provocato l’espansione delle fiamme in meno di mezz’ora», ha dichiarato alla tv pubblica valenziana. I due blocchi del complesso, costruiti nel 2009, non avrebbero dovuto contenere il poliuretano, messo al bando dopo un drammatico incendio in un edificio a Londra nel 2005.
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