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Usa, DeSantis si ritira dalla corsa per la Casa Bianca

Il governatore della Florida annuncia il suo appoggio a Donald Trump

Ron DeSantis

Sale la febbre del New Hampshire. Alla vigilia delle primarie di martedì, le prime vere e proprie dopo i caucus in Iowa, tra Donald Trump e Nikki Haley lo scontro si fa sempre più duro, essendo rimasti i due veri candidati nello Stato dopo la fuga di Ron DeSantis e l’uscita dalla corsa di Vivek Ramaswamy e Tim Scott, questi ultimi due già saliti sul carro del tycoon. Ma la grande sorpresa è arrivata con il ritiro di DeSantis dalla corsa alla Casa Bianca: l’attuale governatore della Florida ha annunciato anche  che appoggerà Trump,

Gli ultimi sondaggi danno ancora Trump in ampio vantaggio rispetto ad Haley, il 50% dei consensi contro il 39%. «Haley è ineleggibile, con lei i democratici vincerebbero», ha attaccato l’ex presidente nel suo ultimo comizio nello Stato invocando lo spettro di legami tra l’ex ambasciatrice Onu e i dem. «Sta usando i soldi degli estremisti di sinistra per portare avanti i suoi programmi radicali», ha avvertito Trump senza fornire nessuna prova di tutto questo ma semplicemente insinuando in una parte dell’elettorato repubblicano il dubbio che Haley sia l’ennesima rappresentante dell’establishment di Washington e Wall Street, quello contro il quale nel 2016 il tycoon decise di scendere in campo. D’altra parte il successo a valanga in Iowa, sostengono gli analisti, è dovuto principalmente al fatto che, al netto del patrimonio personale e della valanga d’inchieste nelle quali è coinvolto, la maggior parte dei sostenitori del Grand old party continua a percepire l’ex presidente come «uno di loro».

L’ex governatrice 52enne si difende puntando su uno degli argomenti più convincenti che ha a disposizione, l’età avanzata del suo rivale. «Ha detto che Joe Biden ci stava portando verso la seconda guerra mondiale, forse intendeva la terza... Ha detto di aver corso contro Barack Obama, ma non lo ha mai fatto. A 80 anni la salute mentale continuerà a calare. E’ la natura umana», ha attaccato Haley dopo averlo deriso per averla confusa con l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi. L’ex ambasciatrice punta sul voto degli indipendenti - 4 su 10 nello Stato si dichiarano tali - ma secondo alcuni esperti ha compiuto l’errore strategico di non partecipare ai dibattiti sulle tv locali che l’avrebbero portata nei salotti di migliaia di indecisi. Haley ha comunque incassato il sostegno dell’importante quotidiano locale New Hampshire Union Leader: «Lo Stato è pronto per un cambiamento. L’America è pronta per un cambiamento. Il mondo è pronto per un cambiamento. Vogliamo un’opzione migliore rispetto a quella degli ultimi otto anni, e Nikki Haley è questa opzione», si legge nell’editoriale del quotidiano. «Il New Hampshire può dimostrare che agli elettori indipendenti del Granite State non si può dire che le elezioni sono già cosa fatta. Il New Hampshire può dimostrare che nulla è inevitabile».

La candidata ha anche guadagnato il sostegno di alcuni miliardari di Wall Street che il 30 gennaio ospiteranno una raccolta fondi in suo favore a New York. L’iniziativa sarà ospitata da Stanley Druckenmiller, Henry Kravis, Ken Langone e Cliff Asness, e i biglietti hanno un costo fra i 3.300 e i 33.200 dollari.

Più sottotono la vigilia delle primarie per i democratici. Dopo la diatriba con il partito statale che le ha indette nonostante i vertici nazionali abbiano scelto il South Carolina come sede delle prime consultazioni, Biden è sparito dai radar dello Stato anche se i suoi hanno avviato una campagna silenziosa perché sulle schede gli elettori scrivano comunque il suo nome. In caso di successo del presidente si potrà rivendicare che ha vinto senza neppure essere sulla scheda. In caso di debacle, invece, si potrà invocare il fatto che il suo nome non era nella lista dei candidati. Tuttavia, qualunque cosa accada, ufficialmente la campagna di Biden non lo riconoscerà.

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