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Primarie repubblicane, plebiscito in Iowa per Donald Trump

Il Tycoon vince con oltre il 50% delle preferenze: «Sono onorato e rinvigorito». DeSantis secondo

Donald Trump vince la prima tappa delle primarie repubblicane in Iowa a valanga, in meno di mezz’ora dall’apertura dei caucus, con poco più del 50% dei voti e un distacco record di circa 30 punti, oltre il doppio del primato di Bob Dole nel 1988. Il tycoon ha sfondato in tutte le aree sociali, a partire dagli evangelici, con l’unica debolezza delle zone suburbane. Un risultato stupefacente se si pensa che nel 2016 qui arrivò secondo e che da allora ha seminato caos, subito due impeachment ed è in attesa di quattro processi penali, di cui due per aver tentato di sovvertire l’esito del voto.

Nella notte invece è stato un lungo testa a testa tra i suoi principali sfidanti per il secondo posto, vinto da Ron DeSantis contro Nikky Haley, contrariamente alle previsioni. Ma lo scarto è così basso (21,2% a 19%, col 94% dei voti scrutinati) che non fa una differenza sostanziale, lasciando aperta la gara su chi tra i due potrà tentare di proporsi come alternativa a The Donald: nella prossima tappa il 23 gennaio nel più liberal New Hampshire l’ex ambasciatrice all’Onu è meglio posizionata. Si ritira invece l’imprenditore tech di origini indiane Vivek Ramaswamy (quarto col 7,7%), che dà il suo endorsement all’ex presidente Trump aumentando il suo serbatoio di voti.

«Sono onorato e rinvigorito da questa vittoria», il primo commento del tycoon su Fox, prima del suo discorso ufficiale. Iniziato in tono conciliante con l’auspicio di unire il Paese in modo bipartisan, le congratulazioni a DeSantis-Haley e le lodi della propria famiglia, compresa la suocera appena morta. Ma virato subito in attacchi a Joe Biden, «il peggior presidente della storia Usa» e il regista dei suoi processi (“una interferenza elettorale”). O nella minacciosa promessa di “sigillare il confine col Messico contro l’invasione di criminali e terroristi», attuando «un sistema di deportazioni che non si vede in questo Paese dai tempi di Eisenhower». Biden ha riconosciuto che dopo l’Iowa Trump «è il favorito per la nomination repubblicana» e la sua campagna ha avvisato che se vincesse ci saranno «vili attacchi, bugie infinite e spese massicce».

Ai principali network americani è bastata una mezzora per proiettare il tycoon come il vincitore dei caucus più freddi della storia, tra strade innevate e temperature anche sotto i 30 gradi. Una mossa contestata dalla campagna di DeSantis come “scandalosa interferenza elettorale» perché capace di condizionare le migliaia di persone che non avevano ancora votato. «Ci avevano dato per spacciati ma andiamo avanti», ha commentato il leader della Florida dopo aver strappato il secondo posto. Haley si è congratulata con Trump ma ha avvertito: «Se lui sarà il candidato Joe Biden può vincere di nuovo».

Il trionfo cementa comunque l’indiscusso ruolo di Trump come frontrunner, dopo che ha saputo mobilitare nuovamente la sua base e riconquistare il partito trasformando tutte le accuse in una «caccia alle streghe», in una «persecuzione giudiziaria orchestrata dall’usurpatore» Joe Biden. Il tycoon incassa la metà dei 40 delegati in palio, solo il 2% del totale. Ma parte col piede giusto e rafforza la presa sul Grand Old Party anche al Congresso, dove ha il sostegno della maggioranza. «Una vittoria decisiva e storica e dovrebbe riunire il partito repubblicano in modo da poter ottenere la vittoria definitiva a novembre», ha commentato lo speaker della Camera Mike Johnson.

Oggi tutti i candidati volano in New Hampshire: Trump passando prima in tribunale a Manhattan, dove lo attende una seconda causa per diffamazione della scrittrice Jean Carroll, dopo averla accusata di aver inventato un assalto sessuale da parte sua.

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