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L'attacco al cuore americano 22 anni dopo, la lunga scia delle teorie complottiste

Il presidente americano Joe Biden in una base militare ad Anchorage, in Alaska per il ricordo delle quasi 3 mila persone che persero la vita negli attentati di al Qaeda

In occasione del 22esimo anniversario degli attacchi dell’11 settembre, il presidente americano Joe Biden sarà oggi in una base militare ad Anchorage, in Alaska, dove commemorerà il ricordo delle quasi 3 mila persone che persero la vita negli attentati di al Qaeda. E’ la prima volta che il capo della Casa Bianca non parteciperà ai tradizionali eventi organizzati sui luoghi degli attacchi a New York, Pennsylvania e Virginia. Alla cerimonia presso il memoriale dell’11 settembre nella Grande Mela ci sarà la vice presidente Kamala Harris, insieme al marito Doug Emhoff, mentre la First Lady Jill deporrà una corona di fiori al Pentagono.
Il programma della giornata prevede come tutti gli anni sei momenti di silenzio, con il suono di una campana a ricordare quando il primo aereo dirottato si è schiantato contro la Torre Nord del World Trade Center, quando è stata colpita la Torre Sud e successivamente l’attacco al Pentagono, dove l’aereo di linea dirottato ha ucciso 184 persone. Si ricorderà poi il momento in cui è caduta la Torre Sud, lo schianto di un quarto aereo, il volo 93 della United Airlines, in un campo a Shanksville, in Pennsylvania, dopo che i passeggeri avevano combattuto contro i dirottatori, e alla fine la caduta della Torre Nord. Nel corso della cerimonia i parenti delle vittime si avvicenderanno sul palco elencando i nomi di tutti quelli che sono morti quel giorno.
Sempre oggi, dal tramonto all’alba, due fasci di luce blu illumineranno lo skyline di Manhattan: un’installazione d’arte pubblica, presentata per la prima volta nel 2002, che rappresenta le Torri Gemelle e può essere vista in un raggio di quasi 100 km in una notte limpida. La governatrice Kathy Hochul ha annunciato che gli edifici statali terranno le bandiere a mezz'asta e che 16 monumenti - tra cui l’Empire State Building e la Penn Station - saranno illuminati di blu in ricordo.

A 22 anni dalla tragedia dell’11 settembre 2001 rimangono in piedi e vengono ancora alimentate innumerevoli teorie cospirazioniste, fatte circolare da ogni corrente politica, strumentalizzate e ampiamente rilanciate dai social network. In comune hanno la pretesa di raccontare la «faccia nascosta» degli attentati alle Torri gemelle, volutamente taciuta dalle fonti ufficiali. Del resto le prime narrazioni alternative sono state diffuse su internet già poche ore dopo il doppio attacco al cuore di Manhattan: un ingegnere informatico americano aveva inviato un messaggio via e-mail a un forum Internet chiedendosi se i grattacieli fossero stati demoliti da una detonazione controllata. Nel corso degli ultimi due decenni queste teorie complottiste si sono moltiplicate, di pari passo con il boom dei social media, per arrivare fino a 8 milioni di link quando su Google si ricercano in relazione all’11/9.
Il loro proliferare non ha risentito della smentita ufficiale e totale da parte della Commissione 9/11, delle agenzie governative Usa e dei gruppi di esperti. In barba a centinaia di rapporti e studi, il Truth movement 9/11 e gruppi di attivisti negli Usa e in tutto il mondo hanno continuato a sostenere che i fatti veri sono stati nascosti. E oggi, 20 anni dopo, gli stessi membri di questi gruppi sostengono le stesse teorie a proposito dell’origine della pandemia del Covid-19 e dei vaccini.

Le principali teorie complottiste

ATTACCO ORGANIZZATO DA STATO USA O ELITE GLOBALE: Tra i movimenti complottisti online più attivi, come QAnon, una delle teorie più diffuse sostiene che il vero responsabile degli attentati sia l’organismo statale degli Usa, il cosiddetto «deep State». Sarebbe quindi stato il governo statunitense - all’epoca guidato dal presidente George W. Bush - ad aver organizzato e orchestrato gli attacchi, o, in una versione più soft, ne era stato informato in anticipo e non ha fatto nulla per impedirli. La teoria del coinvolgimento diretto dello Stato è cresciuta nel corso degli anni attraverso diverse piattaforme online. Si è anche ampiamente diffusa l’idea di una responsabilità delle èlite globali, all’origine di un apposito piano per ridurre le libertà civili in risposta agli attentati quindi facilitare l’insediamento di un governo autoritario su scala mondiale.

TORRI DISTRUTTE DA ESPLOSIONE: «Il carburante di un jet non può fondere le travi d’acciaio": questo proclamo ampiamente diffuso online alimenta la teoria secondo la quale le Twin Towers sono state demolite da esplosivi. Un’altra prova di questa demolizione controllata è il crollo «verticale» del World Trade Center. Inoltre il fatto che il crollo sia stato annunciato nel corso di una trasmissione in diretta della BBC News - dalla sua corrispondente Jane Stanley - mentre la torre era ancora in piedi dietro di lei, è stato citato dai complottisti come prova che i principali media facevano parte di questo complotto interno. Oltre che nei confronti della BBC, la stessa accusa è stata mossa a carico dell’agenzia Reuters, che erroneamente ha riferito del crollo dell’edificio, e della stessa CNN. Immagini dei reportage che non sono coincise con la narrazione di quanto stava accadendo in tempo reale sono diventate virali e hanno continuato a circolare a ogni anniversario dell’11 Settembre, nonostante le smentite e le modifiche operate da quei media. Non sono bastati per far decadere questa teoria nemmeno i diversi rapporti ufficiali che hanno mostrato come gli aerei precipitati abbiano notevolmente danneggiato le colonne di supporto di entrambe le torri e rimosso le protezioni antincendio. Inoltre, gli incendi intensi e incontrollati, durati almeno per 7 ore, hanno raggiunto la temperatura di 1.000 C in alcune aree, causando la deformazione delle travi in acciaio e il successivo crollo degli edifici. Il 7 World Trade Center - sede degli uffici della CIA, del Dipartimento di Difesa - è stato la prima torre di questo genere a crollare a causa di un incendio. Nel 2017, la Plasco a Teheran è stata la seconda.

UN MISSILE, NON UN AEREO, NEL PENTAGONO Sempre come parte della teoria di un complotto governativo, alcuni complottisti sostengono che il Pentagono sia stato colpito da missili Usa e che il foro lasciato nell’edificio fosse troppo piccolo per essere stato causato da un aereo passeggeri, da un Boeing 757, come invece sostenuto dalla versione ufficiale.
Successivamente, gli esperti hanno invece riscontrato che le dimensioni del foro corrispondevano ad un’ala del Boeing 757. Altre teorie hanno argomentato che il volo 93 della United Airlines sarebbe stato abbattuto da un jet d’affari in volo su un vicino aeroporto, mentre nella versione ufficiale si è schiantato nei pressi di Shanksville, in Pennsylvania, dopo che i passeggeri hanno tentato di riprenderne il controllo ai dirottatori.

EBREI SALVI PERCHE' AVVISATI PRIMA. Secondo un’altra teoria, tra le vittime degli attacchi non c'è stato nessun ebreo in quanto i 4 mila lavoratori ebrei in servizio nel World Trade Center sarebbero stati avvertiti in anticipo di non recarsi in ufficio. Sulla base di questa affermazione, si sostiene che sia stato il governo israeliano a orchestrare gli attacchi per spronare gli Stati Uniti ad attaccare i nemici regionali dello Stato ebraico. In altre versioni, la responsabilità degli attentati spetta alle potenti èlite ebraiche che controllano gli eventi mondiali dall’ombra. Ma delle 2.071 vittime al World Trade Center, 119 sono state accertate come ebree e 72 altre lo sarebbero presumibilmente. Secondo un documentario della BBC, Conspiracy Files, gli ebrei sarebbero il 9,2% delle vittime, in linea con la percentuale del 9,7% fra i residenti a New York. Quel giorno, secondo diverse stime, in tutto fino a 400 ebrei hanno perso la vita. Diverse teorie cospirazioniste hanno, inoltre, mosso accuse di coinvolgimento diretto da parte di altri Stati, tra cui Iraq e Iran, negli attentati dell’11 Settembre, ma finora prove di una loro diretta responsabilità non sono mai state trovate.

 

 

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