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L'India sbarca sulla Luna, è la prima missione scesa al polo sud

Successo storico dopo lo schianto della missione russa, è la quarta potenza mondiale a riuscirci

L’India è sulla Luna. Il sogno inseguito per anni è finalmente diventato realtà grazie alla missione Chandrayaan-3, che con un allunaggio morbido perfettamente riuscito ha permesso al Paese più popoloso al mondo di diventare la quarta potenza a conseguire questo risultato dopo Unione Sovietica, Stati Uniti e Cina, nonché la prima a raggiungere l’ambitissima regione del polo sud lunare, potenzialmente ricca di ghiaccio d’acqua cruciale per le future missioni umane.

«È un giorno storico», ha commentato il premier indiano Narendra Modi dopo aver seguito le fasi dell’allunaggio in collegamento dal Sud Africa, dove sta partecipando al vertice dei Brics. Con lui festeggia una nazione intera che, letteralmente stregata dalla Luna, ha esorcizzato l’attesa di questa impresa storica con preghiere, riti propiziatori e una valanga di interazioni sui social network.
L’ansia era molta, soprattutto dopo il recente fallimento della missione russa Luna-25, che lo scorso 20 agosto si è schiantata proprio nel tentativo di raggiungere l’impervia regione del polo sud lunare. A pesare, poi, c’era anche il brutto ricordo della precedente missione indiana Chandrayaan-2, che nel 2019 aveva mancato l’allunaggio facendo perdere i contatti pochi minuti prima del touchdown, per poi schiantarsi al suolo a 600 chilometri dal polo sud lunare.

Dopo quella durissima lezione, l’Organizzazione indiana per la ricerca spaziale (Isro) ha interamente ripensato la progettazione del nuovo veicolo spaziale per la missione Chandrayaan-3. E i risultati stavolta sono arrivati, nonostante fosse previsto un finanziamento relativamente a basso costo di circa 74 milioni di dollari.

Chandrayaan-3, lanciata lo scorso 14 luglio dal Centro Spaziale Satish Dhawan in India, è entrata nell’orbita lunare il 5 agosto. Il 17 agosto il modulo di discesa (il lander Vikram da 1.700 chilogrammi) si è separato dal modulo di propulsione per poi prepararsi alla discesa. L’ora X è scattata il 23 agosto quando in Italia erano le ore 14:14. Dopo l’avvio della sequenza di comandi per l’atterraggio automatizzato, il lander ha attivato i motori per frenare e controllare il suo avvicinamento al suolo. Dopo la prima fase di frenata brusca che ha portato il lander ad abbassarsi da 30 a 7,4 chilometri di altezza, c’è stata poi una seconda fase di frenata più dolce, durata tre minuti. Infine la discesa verticale, che ha portato il lander a scendere da 800 metri di altezza fino a toccare il suolo quando in Italia erano le 14:34.

Tutte le fasi sono state seguite in diretta dal Centro di controllo in India grazie alle immagini fornite dagli strumenti ottici di bordo, che hanno permesso di monitorare la posizione del lander e riprendere la superficie lunare durante l’avvicinamento. L’allunaggio è stato salutato con entusiasmo da Nasa e Agenzia Spaziale Europea, che con le loro antenne a terra hanno dato supporto alla missione durante la discesa del lander. Perfino il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov si è congratulato con il suo omologo indiano Subramanyam Jaishankar definendo l’allunaggio di Chandrayaan-3 come «un risultato davvero impressionante».

Ora si apre una fase del tutto nuova per l’esplorazione lunare. Il lander indiano Vikram porta nella pancia un rover a sei ruote, denominato Pragyan, che avrà il compito di studiare la regione del polo sud finora osservata solo in lontananza dagli orbiter. Con i suoi strumenti scientifici a bordo, alimentati a energia solare, esplorerà i dintorni, farà una mappatura del sito e analizzerà la composizione della superficie lunare. La sua missione scientifica durerà un giorno lunare (l’equivalente di 14 giorni terrestri) per poi concludersi quando scenderà la notte e le sue batterie esauriranno l’energia.

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