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Nuovo attacco con droni marini, colpita petroliera russa nello stretto di Kerch

Kiev avverte le navi: «Porti nemici sul Mar Nero zona di guerra». In serata missili russi su Zaporizhzhia

Alcuni droni dell'esercito ucraino come quelli usati per colpire le navi russe in questi giorni

I porti russi nel Mar Nero sono una «zona a rischio di guerra». L’avviso, emesso dalle autorità marittime ucraine, certifica che nel conflitto si è aperto stabilmente un nuovo fronte. La dimostrazione è il secondo attacco in due giorni contro un’imbarcazione russa, stavolta una petroliera, con i famigerati droni marini di Kiev, a sud dello stretto di Kerch, vicino al ponte della Crimea.
La petroliera Sig, una delle più grandi della flotta mercantile russa, è stata attaccata nella notte di venerdì. Nella nave si è aperto un buco nella zona della sala macchine ma non è affondata, hanno riferito le autorità marittime russe, mentre un video iniziato a girare in rete ha mostrato apparentemente il drone navale utilizzato per l’assalto. Il raid non è stato rivendicato ufficialmente da Kiev, ma fonti d’intelligence ucraine hanno fatto sapere l’operazione è stata coordinata dai «servizi militari e dalla Marina». Sempre secondo le stesse fonti, la Sig trasportava carburante per le truppe di Mosca - oggetto di sanzioni Usa per aver portato petrolio e carburante dalla Russia alla Siria - e si trovava in acque territoriali ucraine. Quindi, un’operazione legittima, ha rilevato il capo del servizio di sicurezza Vasyl Malyk.

Appena 24 ore prima era stata presa di mira la «Olenegorsky Gornyak», una nave da sbarco russa di fronte alla base di Novorossiysk, sempre nel Mar Nero. In questo quadrante gli scontri sono stati un crescendo nelle ultime settimane, da quanto Mosca non ha rinnovato l’intesa sul grano mediata dalla Turchia. Le forze di invasione hanno attaccato i porti ucraini, anche quelli sul Danubio, e Kiev ha reagito: prima ha intensificato i raid con droni in territorio russo, in Crimea, fino a Mosca, ed ora è passata all’azione contro le navi del nemico. Colpendo tra l’altro obiettivi sempre più distanti. Tanto che adesso il servizio di trasporto marittimo e fluviale ucraino ha messo in guardia qualunque imbarcazione nell’area. L’avviso è di una «minaccia militare nelle acque di sei porti russi: Anapa, Novorossijsk, Gelendzhik, Tuapse, Sochi, Taman».

Mosca, commentando gli attacchi alla nave da guerra e alla petroliera, ha negato o comunque sminuito i danni, ma ha denunciato lo stesso tempo un atto «terroristico» contro una «nave civile», promettendo una «risposta». Eppure l’allerta nel Mar Nero resta massima. Il ministero della Difesa ha anche affermato di aver «intercettato e respinto un drone da ricognizione MQ-9A Reaper dell’aeronautica americana, che si stava avvicinando al confine».
Le ostilità nel Mar Nero preoccupano il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che interpellato dall’agenzia russa Tass ha invitato le parti «ad astenersi da qualsiasi retorica o azione che possa intensificare ulteriormente il conflitto». Appello per nulla gradito da Kiev. Per il consigliere presidenziale Mykhaylo Podolyak Guterres fa «l’avvocato del diavolo», perché non si è espresso sulla «inammissibilità dell’escalation quando la Russia ha attaccato i porti ucraini di Odessa e sul Danubio». I timori dell’Onu sarebbero però condivisi anche dagli sponsor di Kiev, Stati Uniti in testa. Secondo il Financial Times, «Joe Biden vuole che i prezzi alla pompa rimangano stabili in vista delle elezioni» e quindi ogni attacco alle infrastrutture petrolifere russe rischia di creare contraccolpi negativi al mercato energetico.

Quanto al conflitto sul terreno, Kiev ha denunciato lanci di missili sulla regione della capitale e sulla città di Zaporizhizhia dove - secondo quanto ha riferito il presidente Volodymyr Zelensky - «è stata colpita l’azienda aereonautica ucraina Motor Sich». La Russia ha rivendicato la conquista dell’insediamento di Novoselivske, nell’area di Kupiansk, come risultato di una crescente pressione nel fronte orientale. Secondo l’esercito ucraino, l’obiettivo dei russi è attirare risorse dei difensori in questa zona, per ostacolare la controffensiva al sud. Nel frattempo rimane alta la tensione sul Baltico. Dopo lo scontro diplomatico tra Varsavia e Minsk per il presunto sconfinamento di due elicotteri, la Lituania ha annunciato che chiuderà due dei suoi sei valichi di frontiera con la Bielorussia per la presenza sul suo territorio dei mercenari Wagner. Gli uomini di Yevgeny Prigozhin mettono in allarme anche la Polonia, tanto che i due alleati Nato stanno valutando di chiudere completamente il confine al Paese alleato della Russia.

 

Intanto diverse esplosioni udite in serata a Kiev e Zaporizhzhia con l'allarme antiaereo che ha suonato in tutta l'Ucraina. Secondo quanto afferma Kiev, la Russia sta lanciando missili balistici e Kh-47M2 Kinzhal nelle città con alcuni rapporti che indicano che Mosca sta sparando missili dall'interno del territorio bielorusso. «In questo momento l'attacco è nelle regioni di Kiev, Vinnutsia, Zhytomyr, Cherkasy. Ma l'allerta antiaerea è in tutta l'Ucraina», ha twittato la portavoce del presidente Zelenskyy, Iuliia Mendel. Fonti nella regione di Khmelnytskyi riferiscono anche di attacchi ed esplosioni a Zaporizhzhia.

«L'attacco missilistico russo su Zaporizhzhia ha colpito l'azienda aereonautica ucraina Motor Sich», afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

La Russia afferma di aver intercettato e respinto un drone americano sul Mar Nero. Dopo aver «rilevato un bersaglio aereo che si avvicinava al confine di Stato russo» sul Mar Nero, Mosca ha lanciato un caccia Su-30, ha detto il ministero della Difesa.
«L'equipaggio del jet russo Sukhoi Su-30 ha identificato il bersaglio aereo come un drone da ricognizione MQ-9A 'Reaper' dell'aeronautica americana», si legge nel comunicato del ministero. «Mentre il caccia russo si avvicinava, il drone da ricognizione straniero ha eseguito un'inversione a U», ha detto il ministero aggiungendo che «l'aereo russo è tornato sano e salvo alla sua base aerea, non c'è stata violazione del confine».

Mosca condanna fermamente l'attacco terroristico contro la petroliera russa nello stretto di Kerch. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. «Ha minacciato non solo il suo equipaggio, ma anche un disastro ambientale su larga scala», ha affermato. «Gli attacchi terroristici di Kiev non rimarranno senza risposta, le loro menti saranno ritenute responsabili», ha aggiunto.

 

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