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La crisi in Sudan apre un nuovo esodo, Sos partenze

L'evacuazione del personale degli Stati Uniti dell'ambasciata in Sudan

C'è il rischio di un nuovo esodo verso le coste italiane dopo il conflitto scoppiato in Sudan: è l'ennesima situazione di instabilità in Africa, che si aggiunge alla già difficile gestione dei profughi provenienti da Tunisia e Libia. A lanciare l’allarme sono le Ong, secondo le quali «con la crisi in Sudan aumenteranno le partenze dei profughi».

A fornire i numeri di quanto sta già accadendo è l’Unhcr: «Il Ciad orientale ospita già oltre 400 mila rifugiati dal Sudan e i nuovi arrivi stanno mettendo ulteriormente a dura prova i servizi e le risorse pubbliche del Paese, già sollecitate oltre misura. Negli ultimi giorni ci sarebbero tra le 10 mila e le 20 mila persone in fuga dal conflitto nella regione sudanese del Darfur per cercare rifugio nel vicino Ciad», spiega l’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, secondo cui ci sono «milioni di persone in fuga nella regione» del Sudan.

«La guerra aggrava una situazione di grande sofferenza per la popolazione civile e chiaramente spingerà le persone a spostarsi dal Paese», avverte Mediterranea, che punta il dito contro «il fallimento della politica dell’appoggio italiano, avvenuto con il precedente governo, delle milizie paramilitari del generale Mohamed Hamdan Dagalo, così come accade in Libia al solo scopo di fermare le partenze delle persone. La politica di esternalizzazione delle frontiere non ha funzionato in Libia, non funzionerà in Tunisia e non funzionerà in Sudan».

Sos Mediterranée sottolinea che l’esodo in parte è già in iniziato e alcuni migranti arrivati in queste ore a Bari «provenivano dal Sudan», ma «a prescindere da dove vengano i profughi siamo pronti a salvarli», aggiungono gli attivisti che in queste ore con la nave Ocean Viking hanno sbarcato 29 migranti nel capoluogo pugliese, soccorsi giovedì sera a largo di Malta. Secondo quanto affermato dalla stessa organizzazione, «l'imbarcazione in vetroresina su cui» i migranti «affrontavano il mare agitato» era in navigazione «da cinque giorni, alla deriva in zona Sar» di La Valletta. La nave ha impiegato due giorni per raggiungere Bari, porto di sbarco scelto dalle autorità italiane, percorrendo in mare 770 chilometri.

«Nonostante fossero a conoscenza della situazione - ha scritto Sos Mediterranéè sui social - le autorità marittime non hanno soccorso le persone, lasciate in balia di tutti gli elementi meteo in peggioramento». A pattugliare la zona in cui sono avvenuti i soccorsi c'erano «un elicottero maltese» che «sorvolava il gommone e una motovedetta italiana», ma «nessuno dei due mezzi» ha assistito la ong.

Un nuovo sbarco di migranti si è verificato al Porto di Roccella Jonica, nella Locride, dove al termine di un’operazione di soccorso in mare della guardia costiera sono giunti in novanta di varie nazionalità ma in prevalenza afgani, pakistani e siriani. E anche a Lampedusa sono ripresi gli arrivi con quattro sbarchi in poche ore per un totale di 158 migranti. Martedì prossimo invece la nave Humanity con 69 migranti a bordo attraccherà al porto di Ravenna. E ancora il tentativo di partenza, stavolta di tre barconi che avevano in tutto a bordo 93 persone, è stato bloccato dalla guardia costiera tunisina al largo di Sfax e Monastir.

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