Emmanuel Macron continua a dominare la scena internazionale con la sua attività di mediazione nella crisi ucraina. Dopo aver incontrato ieri a Mosca il suo omologo russo, Vladimir Putin, il presidente-diplomatico francese ha avuto oggi a Kiev un faccia a faccia con il capo dello Stato ucraino, Volodymyr Zelensky, seguito da un incontro a Berlino con il cancelliere Olaf Scholz e con il presidente polacco Andrzej Duda. Sul volo che lo ha portato dalla capitale russa a quella ucraina, Macron, che attualmente guida anche la presidenza francese dell’Ue, ha assicurato ai giornalisti di aver «ottenuto» da Putin «che non ci sarà una escalation» nella crisi. «Spettava a me bloccare il gioco per evitare un’escalation e aprire nuove prospettive (...) Questo obiettivo per me è stato raggiunto», ha affermato il capo dell’Eliseo.
Dopo l’incontro con Zelensky, Macron ha aggiunto che ora ci sono «soluzioni concrete pratiche» per avere una de-escalation e, quindi, «adesso c'è la possibilità di far progredire i negoziati» di pace fra la Russia e l’Ucraina. «Nelle prossime settimane - ha proseguito nella conferenza stampa congiunta con Zelensky - affronteremo un compito molto difficile» e ci sarà un «ampio dialogo, in modo innovativo, su tutte le questioni riguardanti la sicurezza per creare un nuovo ordine di difesa e sicurezza per tutti noi, che possa andare bene a tutti sul continente» europeo. La Francia e la Germania, ha aggiunto Macron, proseguiranno i loro sforzi per porre fine al conflitto nel Donbass.
Non solo: Parigi, ha annunciato Zelensky, contribuirà alla ricostruzione della regione partecipando a progetti che prevedono, fra l’altro, di portare acqua potabile a 1,5 milioni di persone a Mariupol e a oltre 1 milione di abitanti nella regione di Luhansk.
A fronte dell’intensa attività diplomatica di Macron, determinato più che mai a portare avanti il dialogo con Putin, Berlino sembra non seguirlo proprio fino in fondo. Scholz è infatti volato a Washington lunedì, dove ha incontrato il presidente Joe Biden affermando che «la Russia deve capire che la Nato è unita». Gli Usa hanno chiaramente una posizione meno dialogante della Francia in questa crisi e guidano, insieme con il Regno Unito, un gruppo di Paesi che ha una linea più dura con Mosca, che è poi quella della Nato. Scholz sembra così cercare una discontinuità rispetto ad Angela Merkel, molto prudente e aperta al dialogo con Putin. Scholz andrà comunque a Mosca e a Kiev la settimana prossima, consapevole, forse, che non è possibile sbilanciarsi più di tanto.
Ad ogni modo, Parigi cerca in tutti modi di evitare il conflitto: in una intervista a France Inter, il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, ha detto che gli europei non devono farsi «trascinare dagli americani in una posizione che non sarebbe quella loro». «Gli americani non avrebbero le stesse conseguenze da un conflitto degli europei, specialmente in termini di prezzi dell’energia», ha aggiunto il ministro evidenziando che il lancio del gasdotto Nord Stream 2 è uno dei «punti chiave» del dialogo sulla crisi ucraina. Nell’ambito della missione di Macron c'è stato anche spazio per le elezioni presidenziali francesi, che si terranno ad aprile: sul volo che lo portava da Mosca a Kiev, ai giornalisti che gli hanno chiesto quando annuncerà la sua candidatura, l’inquilino dell’Eliseo ha risposto che «a un certo punto bisognerà pensarci».
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