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I giovani: per salvare la Terra addio ai fossili e più giustizia sociale

I delegati all’evento Youth4Climate hanno avanzato le richieste finali alla presenza dei ministri partecipanti alla Pre-Cop26

Più fondi per i paesi vulnerabili per combattere le disuguaglianze sociali senza le quali non ci può essere una reale transizione ambientale, no ai combustibili da fonti fossili, maggiore coinvolgimento dei giovani nei processi decisionali. Sono alcune delle richieste che i delegati dei giovani all’evento sul clima, Youth4Climate, hanno avanzato alla presenza dei ministri partecipanti alla Pre-Cop26, e che sono i punti cardine del documento finale messo a punto a Milano.

Quattro giovani, in rappresentanza dei quattro gruppi di lavoro, hanno illustrato con energia le proprie idee, alla presenza anche del premier Mario Draghi e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. I key messages, che costituiranno l’innervatura di un documento che sarà poi consegnato alla Cop26 di Glasgow, vanno dalla richiesta di coinvolgimento dei giovani nei processi decisionali che hanno un impatto sui cambiamenti climatici, alla necessità di aumentare urgentemente il supporto finanziario, amministrativo e logistico per incoraggiare l’impegno tra i giovani a guidare efficacemente le ambizioni climatiche e azioni concrete. Chiedono una transizione energetica urgente, olistica, diversificata e inclusiva entro il 2030 che dia priorità all’efficienza energetica e all’energia sostenibile.

Di questo ha parlato Nathan, il delegato francese, intervenendo dal palco, rivolgendosi agli «attori non statali». «Dobbiamo abolire - dice - il settore dei combustibili fossili, e questo immediatamente, entro il 2030. E garantire una transizione giusta e decentrata, progettata con e insieme alle cooperative dei lavoratori e coloro che sono più impattati dalla crisi climatica». «Non chiediamo azioni climatiche giuste ma radicate nella giustizia sociale» ha detto tra gli applausi della platea.

Prima di lui è intervento Ernest Gibson delle Fiji che ha ringraziato chi cerca di «modificare un sistema deludente» e ha chiesto aiuti e attenzione «per le regioni più vulnerabili, immediatamente, a partire da oggi». Senza abbattere le disuguaglianze sociali non si possono fare passi avanti e l’intervento della delegata del Sudan ne è la prova: «Vengo da un paese dove solo il 30 per cento di cittadini ha accesso all’elettricità quindi è impossibile parlare di auto elettriche. Abbiamo più di 5 mln bambini che dovrebbero stare a scuola e non riescono a frequentarla. Bisogna pensare all’equità senza emarginazione». La delegata dagli Stati Uniti d’America, Sophie, invita i media a diffondere questo «messaggio di urgenza della crisi climatica» e conclude con un appello rivolto a tutti: «Fate sì che noi non veniamo abbandonati, come noi non abbandonimao il nostro pianeta».

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