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Caso Huawei, la Cina libera i due canadesi detenuti da quasi tre anni

Dopo il rilascio della direttrice finanziaria del colosso asiatico, le autorità hanno disposto analogo provvedimento per Michael Kovrig e Michael Spavor. Erano accusati di spionaggio

Manifestazione in Canada per chiedere la liberazione di Michael Kovrig e Michael Spavor

Michael Kovrig e Michael Spavor sono tornati liberi e sono in volo per il Canada, dopo quasi tre anni di detenzione in Cina e l’incriminazione per spionaggio. La vicenda dei «due Michael» si è intrecciata con il caso per l’estradizione della direttrice finanziaria di Huawei, Meng Wanzhou, che ha assunto le sembianze di una personalizzazione delle tensioni tra la Cina e gli Stati Uniti, e più in generale, con l’Occidente.

I due Michael erano stati arrestati in Cina il 10 dicembre 2018: Kovrig è un ex diplomatico canadese, e un analista del think-tank International Crisi Group, mentre Spavor è il fondatore di un’organizzazione che facilita i rapporti d’affari e culturali con la Corea del Nord. Spavor è anche l’unico dei due cittadini canadesi a essere stato condannato da un tribunale cinese, il mese scorso, a undici anni di carcere, mentre Kovrig ha lasciato la Cina senza avere ricevuto una condanna.

I due erano stati incriminati per spionaggio a giugno dello scorso anno, e sono comparsi davanti ai giudici a marzo, in processi a porte chiuse. Per il loro rilascio si erano mobilitate molte rappresentanze diplomatiche a Pechino, tra cui quella italiana, sia in occasione delle due udienze che della condanna a Spavor. Sempre ad agosto scorso, un altro cittadino canadese è stato condannato in Cina. Si tratta di Robert Looyd Schellenberg condannato alla pena di morte per traffico di stupeffacenti: per lui, la diplomazia canadese ha chiesto clemenza.
Secondo quanto riportato dalla stampa cinese nelle scorse settimane, Kovrig e Spavor sono stati messi in relazione per un caso riguardante foto e video di attrezzature militari cinesi, classificati come segreti di Stato di secondo livello in Cina, che l’uomo d’affari avrebbe girato all’analista di International Crisis Group tra il 2017 e il 2018. Dopo oltre mille giorni di detenzione «arbitraria», come l’hanno più volte definita Canada e Stati Uniti, i due sono sulla via del ritorno in Canada.

«Dopo una incredibilmente difficile disavventura, stanno tornando a casa», ha annunciato su Twitter il primo ministro canadese, Justin Trudeau. Il loro caso è stato visto a livello internazionale come una rappresaglia della Cina per l’arresto della direttrice finanziaria di Huawei, e ampiamente considerato un caso di «diplomazia degli ostaggi», accusa che Pechino ha sempre respinto, difendendo il proprio sistema giudiziario.

La Cina ha sempre smentito, fino a oggi, anche l’esistenza di un collegamento tra i casi dei due detenuti canadesi e la vicenda giudiziaria di Meng Wanzhou. Le immagini dell’arrivo all’aeroporto di Vancouver della direttrice finanziaria di Huawei, da dove si è imbarcata per tornare in Cina, sono state ampiamente diffuse dai media cinesi, silenti, invece, sul rilascio e sulla ripartenza per il Canada dei due cittadini canadesi.

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