Situazione sempre più preoccupante in Afghanistan. L’Alto Commissario dell’Onu per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha denunciato di aver ricevuto rapporti credibili su gravi violazioni nelle zone sotto il controllo dei talebani, comprese «esecuzioni sommarie» e restrizioni dei diritti delle donne e reclutamento di bambini-soldato.
L’ex presidente cilena ha esortato il Consiglio per i Diritti Umani a prendere «un’azione coraggiosa e vigorosa» per monitorare la situazione dei diritti umani nel Paese.
Un altro allarme, di tipo sanitario, è stato lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms): scorte garantite solo per una settimana e ci sono forti timori che il caos seguito alla ripresa del potere da parte dei talebani porti a un’impennata di casi di Covid nel Paese già duramente colpito. E’ quanto riferito da un alto funzionario.
Già ieri l’Oms aveva lanciato l’allarme, sottolineando di avere 500 tonnellate di forniture mediche destinate all’Afghanistan, tra cui kit chirurgici e per forte malnutrizione, bloccate all’estero a causa del caos all’aeroporto di Kabul dove a migliaia premono per lasciare il Paese.
Si continua a lavorare per le evacuazioni. «I contatti operativi con i talebani sono necessari per assicurare l’evacuazione in modo sicuro dello staff Ue che è ancora a Kabul. Per concludere con successo questa fase è ovvio, data la situazione sul campo, che abbiamo bisogno di avere contatti operativi», ha dichiarato il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer. «Ciò è diverso dai contatti politici che non abbiamo ancora a livello Ue con i talebani», ha aggiunto.
«Quando parliamo di canali di accoglienza e reinserimento per afghani, parliamo di persone a rischio», ha continuato Mamer, rispondendo a una domanda sulle dichiarazioni del premier sloveno, Janez Janza, presidente di turno dell’Ue, che aveva detto no a nuovi corridoi umanitari. «Ricordo le parole della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sabato all’hub spagnolo per la gestione dei profughi afghani: l’Ue, come tutti i Paesi che hanno partecipato alla missione Nato, ha l’obbligo di prendersi cura delle persone che sono a rischio a causa della nuova situazione in Afghanistan», ha aggiunto.
«Tra questi, giornalisti, attivisti per i diritti umani, avvocati, giudici e in generale, donne e ragazze», ha spiegato Mamer. «Oltre a ciò, ci sono sforzi per assicurare che tutti gli afghani sfollati possano ritornare a casa in modo sicuro. Per questo insistiamo con il lavoro nella regione», ha evidenziato.
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