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Maltempo in Germania e Belgio, almeno 127 le vittime degli alluvioni

È salito a 127 morti il bilancio delle devastanti alluvioni che hanno colpito Germania e Belgio. Nei lander tedeschi del Nord Reno-Vestfalia e della Renania-Palatinato le vittime accertate sono 107 e non è ancora chiaro il numero dei dispersi. L’ultima stima fornita dal ministero dell’Interno di Berlino riferisce di 1.300 persone di cui è impossibile stabilire la sorte poiché le linee telefoniche sono saltate in molte delle zone interessate.

In tutto il Paese 165 mila persone sono rimaste senza energia elettrica e 600 chilometri di linee ferroviarie sono stati danneggiati dalle piogge torrenziali. Di ritorno dalla sua visita ufficiale a Washington, la cancelliera Angela Merkel ha partecipato in videoconferenza a una riunione dell’unità di crisi della Renania-Palatinato, ha assicurato alla popolazione «il sostegno del governo a breve termine e a lungo termine». Una visita di Merkel nell’area del disastro è prevista «entro breve».

Se molte persone sarebbero irreperibili solo perché isolate dal blackout, ci sono timori molto concreti per la sorte di alcune decine di residenti del cantone di Bad Neuenahr-Ahrweiler, nella Renania-Palatinato, gravemente colpito. Il villaggio renano di Schuld, con una popolazione di 700 abitanti, è stato quasi del tutto distrutto. Le ricerche dei dispersi sono ricominciate in mattinata. Gli elicotteri dell’esercito, che ha mobilitato oltre 800 effettivi, stanno recuperando le persone che hanno cercato riparo sui tetti.

A Sinzig l’acqua ha invaso il pianoterra di un centro per disabili, uccidendo 12 pazienti. Nel Nord Reno-Vestfalia la località di Erftsadt-Blessem, a circa 40 chilometri da Colonia, è stata travolta da una frana. «Le case sono state in gran parte spazzate via e alcune sono crollate. Diverse persone mancano all’appello», riferiscono le autorità locali, che non sono riuscite a fornire informazioni più precise a causa delle difficoltà di comunicazione con l’area interessata.

Dalle abitazioni superstiti continuano a giungere chiamate d’emergenza, in quanto i residenti non hanno lasciato i loro appartamenti o vi sono tornati nonostante l’alluvione. Al momento l’evacuazione del centro abitato sarebbe possibile solo per via nautica e i soccorritori non sono in grado di raggiungere tutte le persone in situazioni di emergenza. A complicare i soccorsi ha contribuito la rottura di un gasdotto.
Nei pressi del confine con il Belgio, continua a suscitare preoccupazione la diga di Rurtalsperre, che rischia di cedere.

I villaggi circostanti sono stati evacuati. Le fortissime precipitazioni hanno aperto una breccia larga un metro in una diga nel Canale Juliana, nel comune olandese di Meerssen, al confine con il Belgio. L’elevato livello raggiunto dalle acque della Mosa minaccia inoltre una diga nella città belga di Maaseik, nella provincia di Limburg, dove sei comuni sono stati evacuati. In Vallonia 21 mila persone sono senza elettricità. Nella città di Verviers è stato imposto il coprifuoco per evitare saccheggi.

I residenti di Liegi sono stati esortati a lasciare le case o, se impossibilitati, trasferirsi al piano superiore. Migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni anche nel Sud dei Paesi Bassi. Il premier olandese, Mark Rutte, ha convocato una riunione d’emergenza del governo per poi recarsi nelle aree colpite. Inondazioni, con conseguenze meno gravi, anche in Lussemburgo e Svizzera, dove il centro storico di Lucerna è stato allagato.

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