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Crisi di governo in Svezia, il premier Stefan Lofven si è dimesso dopo la sfiducia

Il premier svedese Stefan Lofven ha rassegnato oggi le dimissioni, una settimana dopo il voto di sfiducia in Parlamento legato al suo piano di liberalizzazione del mercato immobiliare.

Lofven si era preso una settimana per decidere cosa fare: si apre così la strada alle elezioni anticipate in estate, con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura.

Si apre oggi in Svezia una delicata fase politica per evitare le elezioni anticipate: elezioni che si sommerebbero a quelle già previste per il settembre del 2022. Secondo la Costituzione del Paese, infatti, spetta ora al presidente del Parlamento guidare le discussioni per cercare di trovare un nuovo capo di governo tra le possibili opzioni, inclusa una riconferma di Lofven, che era in carica dal 2014. Tuttavia, l’apertura di questa una nuova fase di discussioni parlamentari non è sinonimo di successo, in quanto gli equilibri nel Parlamento svedese, il Riksdag, complicano la formazione di una maggioranza. E in caso di fallimento della missione affidata al presidente del Parlamento, si ripresenterebbe lo scenario del voto anticipato.

Da parte sua, Lofven ha detto oggi in conferenza stampa che, "vista la situazione straordinaria in cui si trova il Paese, con una pandemia in corso e le particolari sfide che ciò comporterebbe, le elezioni anticipate non sono ciò che è meglio per la Svezia». E poi: «Non credo che il popolo svedese voglia ulteriori elezioni», ha insistito, ricordando che un voto anticipato andrebbe ad aggiungersi alle elezioni già previste per settembre dell’anno prossimo.

 

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