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Mamma uccide i suoi 5 piccoli figli e poi si suicida, orrore negli Usa

Cinque bambini, tra uno e sette anni, e la madre morti. E’ il bilancio di una tragedia familiare che ha scioccato l’America due volte in meno di due mesi: la prima a inizio dicembre, quando sembrava che fossero stati vittime di un incendio scoppiato nella loro abitazione, nella contea di Greenbrier, West Virginia. La seconda, nei giorni scorsi, quando è emersa una storia molto diversa.

Oreanna Myers, 25 anni, ha ucciso i suoi cinque figli e poi si è suicidata, al culmine di una crisi depressiva, una situazione di grave disagio innescata da un banale contrattempo: il marito, Brian Bumgarner, aveva deciso di andare a dormire dal padre per poter arrivare puntuale al lavoro, visto che l’unica macchina a disposizione della famiglia era in riparazione dopo un incidente.

A indicare la pista decisiva agli investigatori sono state le immagini a circuito chiuso registrate dalle telecamere a bordo dello scuola bus, dove si trovavano due dei cinque figli della donna. Nel video si vedono due bambini scendere alla fermata vicino a casa, e chiedere alla madre perché avesse quelle strane tracce di sangue sul volto. Myers aveva negato, spingendo i figli a seguirla a casa.

Probabilmente la donna aveva già ucciso gli altri tre fratellini. Un’ora dopo, i vigili del fuoco erano stati chiamati per un incendio: una casa, in mezzo ai campi coltivati, era avvolta dalle fiamme: era quella dei Myers Bumgarner. Quando gli investigatori sono arrivati, non c'era più niente da fare: i pompieri avevano trovato tra le macerie i corpi carbonizzati dei bambini e della donna.

All’inizio era stato archiviato come una tragedia, ma con il passare delle settimane, e l’analisi dei video, è emersa una storia inquietante. Tra le ceneri dell’abitazione era stato trovato un biglietto, scritto dalla ragazza: «Non sono forte abbastanza per combattere questi demoni». «La malattia mentale - continuava - è grave, non è una cosa su cui scherzare o da prendere alla leggera. Quando qualcuno piange, chiede aiuto, per favore, aiutatelo. Potreste salvare una o più vite. Grazie». Il messaggio ha insospettito gli agenti e spinto a rivedere il caso di una tragedia che aveva spazzato via una famiglia in apparenza come tante altre, ma di cui i bambini non sapevano niente. Shaun, 7 anni, sognava di diventare astronauta, Riley, 6, musicista, Aarikyle, 3, ballerina, Haiken, di appena un anno, era «attratta da tutto». Di Kian, 4, nessuno ricorda quale fosse stato il suo sogno, se mai ne avesse avuto uno. AGI

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