La preoccupazione per la diffusione delle varianti del Coronavirus mette in allarme l'Ue che mette in campo una nuova raffica di restrizioni ai viaggi e torna a limitare gli spostamenti e le vite dei cittadini europei, mentre si cerca di accelerare sulla distribuzione dei vaccini. Dopo il via libera del vertice europeo alla nuova stretta, alcuni Paesi, dal Belgio al Portogallo, hanno già iniziato a prendere provvedimenti, ma lunedì la Commissione europea presenterà ai 27 una proposta per coordinare le misure ed evitare di ritrovarsi come a marzo scorso in una situazione di frontiere di fatto chiuse.
Con i numeri dei contagi ancora elevati quasi ovunque e i nuovi, improvvisi focolai che accendono il sospetto del diffondersi di varianti più contagiose (e più mortali, come annunciato da Boris Johnson per quella inglese), l'Europa guarda con timore alle imminenti vacanze di carnevale di metà febbraio e corre ai ripari. L'obiettivo dichiarato è bloccare l'esodo, come quello natalizio, che ancorché contenuto dai semi-lockdown nazionali ha contribuito alla terza ondata.
Il Belgio ha quindi vietato tutti i viaggi non essenziali, dentro e fuori la Ue, dal 27 gennaio fino al primo marzo, mentre il Portogallo ha deciso di interrompere i voli col Regno Unito a partire da oggi. La Danimarca, già molto rigida con chi arriva in aereo (richiede un test negativo nelle 24 ore precedenti) ha sospeso i voli dagli Emirati per sospetto di irregolarità nei test. La Francia ha invece rafforzato il controllo preventivo su chi arriva, richiedendo un test molecolare negativo 72 ore prima della partenza.
Per tentare di mettere ordine nelle limitazioni, lunedì la Commissione proporrà aggiornamenti a due raccomandazioni dei mesi scorsi: quella sulla libertà di movimento nella Ue e sui viaggiatori dai Paesi terzi. L'aggiornamento prevede anche una ridefinizione della mappatura a colori, con l'aggiunta della segnalazione delle aree ad alta incidenza Covid, in rosso scuro. Per gli arrivi da quei Paesi saranno chiesti test e quarantena aggiuntivi.
Saranno anche fortemente scoraggiati i viaggi non essenziali, ma ogni Paese membro potrà tuttavia decidere di allinearsi o meno alle raccomandazioni. Intanto, mentre si registra il primo caso di variante brasiliana in Germania, si cerca di accelerare sul fronte dei vaccini. Con scarso successo. Quattro Paesi - Austria, Repubblica Ceca, Danimarca e Grecia - hanno scritto al presidente del Consiglio europeo Charles Michel per promuovere l'idea della "distribuzione pre-autorizzazione" del vaccino AstraZeneca, per tagliare i tempi della distribuzione.
Ma la Commissione europea è scettica, convinta che le aziende farmaceutiche non saranno disposte ad assumersi la responsabilità legale di distribuire dosi prima dell'autorizzazione formale del vaccino. Inoltre, l'azienda ha già fatto sapere che le consegne iniziali delle dosi all'Ue saranno inferiori agli obiettivi prestabiliti a causa di un problema tecnico della produzione. Per accorciare i tempi, l'Ungheria tenta la strada del vaccino russo, diventando la prima nell'Unione ad autorizzarne l'uso.
Il ministro degli Esteri ha confermato la firma di un accordo per acquistare due milioni di dosi Sputnik V che ha avuto l'ok dell'Istituto Nazionale di Farmacia e Nutrizione dell'Ungheria (OGYÉI). L'Ema ha da parte sua fatto sapere di aver avviato contatti preliminari con il gruppo che sviluppa il vaccino russo per l'analisi scientifica dei dati.
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