«La crisi del 2008 aveva un’origine finanziaria. Quella attuale è innanzitutto sanitaria... le conseguenze economiche sono difficili da misurare, ma saranno certamente gravi": lo dice, in un’intervista a Le Parisien, la presidente della BCE, Christine Lagarde, sottolineando che «oggi quello che serve non è stimolare l’economia, come abbiamo fatto nel 2008, ma congelarla per il tempo necessario al confinamento per poi consentire una ripartenza rapida ed operativa».
«Nel 2009 - continua Lagarde - la crescita era arretrata del 4,5% nella zona euro e del 2,9% in Francia. Oggi, secondo gli economisti concordi, ogni mese di confinamento si tradurrà in una perdita di crescita su base annua del 2-3% nel 2020. Questo comporterebbe un calo del Pil fra il 3,5 e il 4% nello scenario di un confinamento di qualche settimane, e dal 9 al 10% in quello di un confinamento più lungo, che durasse diversi mesi. Ma attenzione, sono soltanto ipotesi!». ANSA
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