I manifestanti inferociti per i raid Usa di domenica contro diverse strutture di una milizia sciita filo-iraniana al confine tra Iraq e Siria hanno assaltato l’ambasciata americana a Baghdad, riuscendo a penetrare all’interno del compound. L’ambasciatore e lo staff sono stati evacuati, mentre sono stati sparati gas lacrimogeni per respingere i manifestanti.
Domenica scorsa il Pentagono ha ordinato un’operazione contro cinque basi di Kataib Hezbollah al confine tra Iraq e Siria, come ritorsione per i recenti attacchi missilistici contro interessi americani nella regione, in particolare il lancio venerdì scorso di oltre 30 razzi contro una base Usa a Kirkuk che ha causato la morte di un contractor statunitense.
Il premier iracheno, Adel Abdul Mahdi, ha chiesto ai manifestanti di «lasciare l’area del campound dell’ambasciata americana a Baghdad». I manifestanti, filo-iraniani, avevano dichiarato che non ne sarebbero andati fino a quando non verrà definitivamente chiusa l’ambasciata.
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