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Il mea culpa del principe Andrea su Epstein, ho imbarazzato i reali

«Mi mangerei le mani ogni giorno». Il principe Andrea, terzogenito della regina Elisabetta, si pente di essere stato ospite a casa di Jeffrey Epstein, il miliardario accusato di pedofilia, morto suicida in carcere. Ammette l’errore e confessa di aver messo in "imbarazzo" la famiglia reale con la sua frequentazione. Ma afferma anche di non aver mai incontrato Virginia Giuffre, la principale accusatrice di Epstein che ha dichiarato di aver avuto rapporti sessuali anche con il principe nel 2001, in casa di un amico nel quartiere bene di Londra, Belgravia.

«Non ricordo di averla mai incontrata», dice Andrea in un’intervista alla Bbc registrata a Buckingham Palace, durante la quale parla per la prima volta a viso aperto dello scandalo Epstein, sul quale finora si era pronunciato solo con brevi dichiarazioni. Nei mesi scorsi Andrea si era infatti limitato a cercare di prendere le distanze dal miliardario, ammettendo di averlo incontrato nel 1999 e di averlo da allora visto non più di una o due volte l’anno. Lo scandalo però ha rivelato una frequentazione ben più assidua, con il principe ritratto in varie foto con Epstein e più volte suo ospite.

Con la Bbc Andrea ripete a più riprese, rispondendo alle domande della giornalista Emily Maitlis, di non ricordare un incontro con Giuffre. Ma anche in questo caso le sue parole si scontrano con la foto che lo ritrae insieme alla donna quando era ancora una giovanissima: il braccio del principe cingeva il girovita della ragazza nello scatto effettuato probabilmente nell’abitazione di Ghislaine Maxwell, la collaboratrice storica e braccio destro di Epstein. E soprattutto le sue parole, come notano alcuni osservatori, non rappresentano la secca smentita a rapporti sessuali con Giuffre che ci si sarebbe aspettati o in cui molti almeno speravano.

Il principe cerca di spiegare la sua frequentazione con il miliardario accusato di pedofilia e soprattutto la sua scelta di essere stato ospite nella sua casa nell’Upper East Side a New York dopo la prima condanna di Epstein nel 2008. "Ritenevo fosse la cosa giusta": era un «posto comodo in cui stare», dice. "Ci ho pensato più volte e alla fine, con tutte le informazioni e le cose che so oggi, è stata la cosa sbagliata da fare anche se al momento la ritenevo giusta", aggiunge. "Mi mangio le mani tutti i giorni - ammette - perché» quanto fatto non è all’altezza degli standard della famiglia reale, che "ho messo in imbarazzo".

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