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Il Giappone devastato dal tifone Hagibis, il bilancio si aggrava: 40 morti

È di 40 morti e 16 dispersi l’ultimo bilancio delle vittime del super-tifone Hagibis, il più violento a essersi abbattuto sul Giappone nell’ultimo decennio. E ci sono anche altre 189 persone ferite.

Il tifone ha interessatole le aree del Giappone orientale e l’area di Tokyo. E secondo i meteorologi nuove forti precipitazioni, sono previste a partire dalla serata sempre nella stessa zona, il settore centrale e orientale dell’arcipelago.

Dall’arrivo sulle coste orientali del Giappone, nella giornata di sabato si sono registrati precipitazioni equivalenti al 40% del totale annuo, che hanno provocato il crollo di 21 argini di fiumi a Nagano, Fukushima e Ibaraki e altre tre prefetture, ha riferito il Ministero dei Traporti di Tokyo.

Intere strade infatti sono rimaste sommerse. Tra le aree più colpite la prefettura di Nagano, a nord-ovest di Tokyo, dove in seguito al crollo di un argine del fiume Chikuma l’acqua ha raggiunto un’altezza di 4,3 metri nel distretto di Akanuma, e tra i due e i tre metri in altre zone residenziali. Ma il record di precipitazioni in un singolo giorno si è verificato a Hakone, a circa ottanta chilometri a sud-ovest della capitale, dove sabato scorso sono scesi 922,5 millimetri di piogge.

Circa 38 mila persone sono state evacuate in diciassette prefetture e si sono verificati forti danni alle telecomunicazioni e ai collegamenti ferroviari, con gravi danni ad almeno dieci treni, e un ponte ferroviario crollato in un fiume. Il governo giapponese ha messo a punto una task force per aiutare i residenti delle aree colpite dall’arrivo del tifone, dove sono all’opera circa duecento autopompe (venti delle quali nella prefettura di Nagano), ha dichiarato il primo ministro, Shinzo Abe, chiedendo tutti gli sforzi possibili per salvare il maggiore numero di persone.

In totale sono stati impiegati per i soccorsi circa 110mila uomini, tra cui 31mila uomini delle Forze di Autodifesa: hanno già tratto in salvo finora 1518 persone e stanno aiutando nella rimozione delle macerie. Assieme ai soldati sono stati impiegati anche funzionari di polizia, guarda costiera e vigili del fuoco. Attualmente, sono 376mila le abitazioni rimaste senza corrente elettrica, e 14mila senza acqua corrente dopo il passaggio di Hagibis.

(AGI)

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