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Strage in Texas, i Dem contro Trump: "Alimenta il razzismo"

Donald Trump finisce nel mirino dei democratici, che lo accusano di alimentare con la sua retorica incendiaria la violenza, il razzismo e il suprematismo che sfociano poi nelle sparatorie di massa, come quelle di El Paso in Texas e di Dayton in Ohio.

A far scattare la reazione è il manifesto contro «l'invasione ispanica del Texas» postato apparentemente da Patrick Crusius, il 21enne bianco arrestato per la sparatoria di El Paso, poco prima del massacro. «Loro sono quelli che istigano e non io. Io sto semplicemente difendendo il mio Paese dalla sostituzione etnica e culturale portata da un’invasione», si legge, con parole che riecheggiano quelle dei suprematisti e dello stesso presidente, che più volte ha denunciato "l'invasione» delle ondate di migranti centroamericani e li ha denigrati. Non solo.

Gli account social di Crusius contengono retweet di Donald Trump, post sul muro al confine col Messico e attacchi al candidato presidenziale Bernie Sanders e alla speaker della Camera Nancy Pelosi. Il primo a prendere di mira il tycoon è stato l’ex deputato texano Beto O'Rourke, che ha interrotto la campagna presidenziale per tornare nella sua El Paso.

«Trump è un razzista, sta attizzando il razzismo in questo Paese e questo cambia fondamentalmente il carattere del Paese e porta alla violenza».

Alla domanda se la sparatoria a El Paso è colpa del tycoon per aver infiammato l’odio, O'Rourke ha risposto «sì». «Abbiamo avuto un aumento dei crimini d’odio ogni singolo giorno degli ultimi tre anni durante un’amministrazione in cui c'è un presidente che chiama i messicani stupratori e criminali, mette al bando i musulmani e invita a tornare nel loro Paese deputate di colore, emulato ai comizi dai suoi fan», denuncia. Anche Bernie Sanders ha puntato il dito contro il presidente e i repubblicani, invitando a «rifiutare questa pericolosa e crescente cultura di intolleranza abbracciata da Trump e dai suoi alleati» e a «trattare questo razzismo violento come una minaccia alla sicurezza», investendo «in risorse per le forze dell’ordine per combattere la crescente popolazione di nazionalisti bianchi che stanno usando la violenza».

Se fosse vero che l’autore della strage di El Paso aveva postato un manifesto razzista, anti immigranti, aggiunge, «sarebbe un altro attacco di terrorismo domestico del nazionalismo bianco. Dopo ogni tragedia il Senato, intimidito dal potere della Nra, non fa nulla. Questo deve cambiare. Abbiamo bisogno di un presidente e di un Congresso che ascoltano gli americani, non l'ideologia di una organizzazione estremista di destra», ammonisce. Anche altri candidati presidenziali dem, come il frontrunner Joe Biden, le senatrici Elizabeth Warren e Kamala Harris, il sindaco di South Bend Pete Buttigieg, hanno invitato ad agire e ad approvare una legge «di buon senso» sulle armi. «La sparatoria di El Paso, Texas, è stata non solo tragica ma un atto di codardia.

Io sto con tutti coloro che in questo Paese condannano gli atti d’odio. Non c'è alcuna ragione o scusa che giustifichi l’uccisione di gente innocente», ha twittato Donald Trump. Ma la sua condanna contrasta con la sua retorica. E le sue preghiere che «Dio benedica la gente di El Paso e di Dayton» ormai non bastano più.

(ANSA)

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