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L'Iran sequestra una petroliera britannica: tensioni nel Golfo

Una immagine della petroliera Stena Impero

Escalation di tensione nel Golfo, con l’Iran che lancia una nuova provocazione: i Guardiani della Rivoluzione hanno sequestrato una petroliera britannica con 23 persone a bordo nello Stretto di Hormuz, la Stena Impero. Un’ora più tardi era stato segnalato un secondo sequestro, quello della petroliera battente bandiera liberiana, la Mv Masdar, di proprietà della Norbulk Shipping, compagnia con sede a Glasgow, come la Stena Impero diretta in Arabia Saudita dove Riad ha annunciato che saranno schierati centinaia di soldati Usa.

Nel caso della Mesdar l’allarme è presto rientrato: sarebbe stata fermata solo per un controllo e ha ripreso la navigazione, ma cambiando rotta. «Tutto l’equipaggio sta bene ed è al sicuro», ha fatto sapere la Norbulk .
A bordo della Stena Impero, ancora nelle mani dei Pasdaran, non risultano cittadini britannici ma indiani, russi, lettoni e filippini.

Il governo britannico ha annunciando pensanti ritorsioni ed invitato le navi ad evitare lo Stretto di Hormuz. «Rimaniamo profondamente preoccupati per l’inaccettabile azione che rappresenta una chiara sfida alla libertà di navigazione. Abbiamo suggerito a tutte le navi di rimanere lontane dalla zona per un periodo di tempo ad interim», ha segnalato il Foreign Office nella notte. «

Come ha detto il ministro degli Esteri, la nostra risposta sarà considerevole e forte e ci saranno serie conseguenze se la situazione non si risolve. Rimaniamo in contatto con i nostri partner e ci saranno ulteriori riunioni nel fine settimana», si legge nel comunicato del ministero degli Esteri britannico.

Appena si è saputa la notizia del sequestro, il presidente americano, Donald Trump, ha parlato al telefono con il presidente francese, Emmanuel Macron. «Parlerò anche con Londra, aspettiamo a vedere», ha aggiunto diplomaticamente, confermando di aver autorizzato il senatore repubblicano Rand Paul a negoziare con l’Iran per conto di Washington.

Secondo quanto fatto trapelare da fonti dell’amministrazione Usa, in privato Trump si starebbe muovendo in una direzione molto più da 'falco'. Quando il mese scorso ha annullato l’attacco contro Teheran in risposta all’abbattimento di un drone Usa nei cieli iraniani, ha avvertito i collaboratori che nel caso di una escalation avrebbe reagito in modo commisurato.

Trump giovedì aveva dato notizia dell’abbattimento di un drone che nel Golfo si era 'pericolosamente' avvicinato a una nave da guerra americana, la Uss Boxer. «Non abbiamo perso alcun drone nello stretto di Hormuz nè altrove. Temo che la Uss Boxer abbia abbattuto un loro drone per sbaglio», ha detto il viceministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi mentre le Guardie della rivoluzione hanno pubblicato le immagini del drone prima e dopo il momento del presunto abbattimento, in modo da smentirlo una volta per tutte. Per il Parlamento iraniano, il presidente americano sta solo cercando di «creare tensioni».

Mentre la Guida suprema Ali Khamenei e il comandante dei Pasdaran Qassem Soleimani hanno escluso ogni colloquio con Washington, in un’intervista al New York Times l’ex presidente Mahmoud Ahmadinejad ritiene che sia il momento di sedersi e risolvere 40 anni di animosità con gli Usa, parlando direttamente con Trump. Ma prima, ha precisato, il tycoon dovrebbe allentare le sanzioni. In tal caso, a suo avviso, Khamenei potrebbe approvare i negoziati con gli Usa. «Trump è un uomo di azione», ha aggiunto,"è un businessman e quindi è capace di calcolare i costi benefici e prendere una decisione. Noi gli stiamo dicendo di calcolare i costi benefici a lungo termine per le nostre due nazioni e di non essere miopi».

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