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Paragona Archie ad una scimmia, licenziato giornalista della Bbc

Harry e Meghan presentano il figlio alla stampa

Niente scherzi con la famiglia reale britannica, e soprattutto niente (sospetti) sottintesi razzisti: è costato l’immediato licenziamento in tronco dalla Bbc a Danny Baker, popolare quanto caustico autore satirico, attore e presentatore radiofonico e televisivo britannico, un tweet di pessimo gusto pubblicato (e poi cancellato) nel quale il neonato Royal baby di Harry e Meghan, Archie, veniva paragonato a un piccolo scimpanzé.

A confermare l’epilogo, fra pentimenti di dubbia sincerità e qualche recriminazione, è stato lo stesso reprobo.

Colpevole di aver diffuso sui social una vecchia immagine in bianco e nero - accompagnata dalla didascalia 'il Royal baby esce dall’ospedale' - di una scimmietta condotta per mano da una coppia.

«Uno scherzo», si è giustificato più tardi Baker: scusandosi «senza riserve» con Archie - che ha un quarto di sangue afroamericano nelle vene, quello della madre di sua madre - e ammettendo di aver commesso «un enorme errore».

Non è mancata d’altronde l'autodifesa contro l’accusa di razzismo, né la reazione stizzita per il siluramento.

L’intenzione, ha giurato il 61enne Danny, era prendere in giro «il circo della Royal Family», non fare allusioni «su razze e scimmie».

Le mezze scuse e la rimozione del post non sono in ogni modo bastate alla Bbc che - formalizzando il ben servito - ha definito l'episodio «un grave errore di giudizio contrario ai valori che cerchiamo di incarnare».

«Danny è un conduttore brillante, ma non presenterà più uno show con noi», ha detto una portavoce.

Gli show di Baker hanno spaziato negli anni dalla musica allo sport al costume e gli sono valsi fra l’altro l’etichetta di David Letterman inglese.

Attualmente conduceva un seguitissimo live radiofonico su BBC 5, dopo essere stato protagonista anche in passato di episodi controversi: come quando nel 1997 aveva invitato i tifosi durante una trasmissione calcistica a rendere la vita «un inferno» a un arbitro; o ancora nel 2012 quando, poco dopo essere stato inserito nella Hall of Fame della radio britannica, si era scagliato contro i suoi boss in seno alla stessa Bbc - per un cambiamento di palinsesto sgradito - bollandoli in diretta come «viscide teste di cavolo».

Atteggiamenti che finora gli erano stati perdonati, un po' come nel caso delle storiche gaffe a sfondo etnico del principe consorte Filippo.

Ma che ormai hanno evidentemente il sapore di una linea rossa invalicabile superata, anche per quei colleghi che rifiutano oggi di manifestargli solidarietà.

La linea rossa della «grossolanità», lo condanna Ayesha Hazarika, commentatrice ed ex consulente d’immagine del Labour.

Di una «scorrettezza» fine a se stessa rispetto alle quale «le sue scuse non sono neppure vere scuse», fa eco Scarlette Douglas, presentatrice afro-britannica di The One Show: non senza definire «giusto» l'allontanamento della vecchia star.

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