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Sudan del Sud, l'Onu lancia l'allarme: "Migliaia di bambini rapiti, violentati e uccisi"

La violenza e brutalità contro i bambini nel Sudan del Sud ha raggiunto livelli «terribili». Lo ha dichiarato la Rappresentante speciale del Segretariato generale dell’Onu per l’infanzia e i conflitti armati, Virginia Gamba, commentando un nuovo rapporto delle Nazioni Unite secondo cui sono stati migliaia i bambini vittime di reati gravi nel Paese negli ultimi 4 anni.

I rapimenti hanno luogo al fine del reclutamento dei minori tra le fila delle forze governative e dei gruppi armati. Gli stessi ragazzi e ragazze reclutati sono poi spesso uccisi o mutilati e finiscono vittime di abusi sessuali. Virginia Gamba ha anche rilevato come «i bambini vengono anche utilizzati per commettere atrocità e violenze contro i civili e altri bambini perpetuando così un ciclo di violenze infinito».

L’Onu ha potuto verificare che nel Paese sono stati 5.700 i bambini reclutati dai gruppi armati e dalle forze governative, quasi 2 mila sono stati rapiti e più di 980 sono stati uccisi o mutilati. Inoltre, la violenza sessuale è utilizzata come tattica di guerra e come forma di punizione collettiva e negli ultimi 4 anni ne sono rimasti vittime 650 bambini, nel 75% dei casi abusati da violenze collettive.

«È per questo urgente contrastare l’impunità di queste violenze - ha dichiarato Virginia Gamba - e trasformare il piano d’azione per la protezione dell’infanzia, che esiste in Sudan dal 2012, in un piano d’azione globale per prevenire ogni reato contro i bambini».

Tra il 2015 e il 2018 sono stati 2.740 i ragazzi e le ragazze liberati dal coinvolgimento in gruppi armati e nelle forze governative. Per loro sono stati organizzati percorsi di sostegno e reinserimento sociale. Un programma che, sostiene Virginia Gamba, deve proseguire con l'aiuto dei partner internazionali per evitare che i ragazzi siano reclutati di nuovo.

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