Giovedì 19 Dicembre 2024

La Lifeline attracca a Malta: i migranti distribuiti in otto Paesi, la Germania non li accoglierà

L’odissea della Lifeline è finita. La nave carica di migranti bloccata da giorni nel Mediterraneo è sbarcata a Malta e le 234 persone a bordo verranno ripartite tra otto paesi Ue: oltre a Malta, Italia, Francia, Irlanda, Portogallo, Belgio, Olanda e Lussemburgo. Il premier Joseph Muscat ha annunciato stamattina il via libera avvertendo tuttavia che si è trattato di un «caso unico» perché il capitano della Lifeline «ha ignorato le leggi internazionali» e quindi l’imbarcazione della ong verrà posta sotto sequestro per un’indagine. In ogni caso, si è concluso un teso tira e molla con l’Italia, ferma sulla linea dura dei porti chiusi. Tanto che il ministro dell’Interno Matteo Salvini, e in seguito anche il premier Giuseppe Conte, hanno salutato l'epilogo della vicenda come un «successo italiano». La giornata della Lifeline è stata lunga. L’empasse sembrava si fosse sbloccata ieri dopo l’incontro a Roma tra Conte ed il presidente francese Emmanuel Macron ed una serie di telefonate incrociate tra le cancellerie europee che avevano dato il via libera alla redistribuzione immediata dei migranti a bordo in un gruppo di paesi Ue, su base volontaria. L’imbarcazione tuttavia ha ricevuto solo nella tarda mattinata di oggi l’autorizzazione ad entrare in acque maltesi, e soltanto per ripararsi dal maltempo. Tra le proteste della ong, che ha accusato il 'falco' del governo tedesco, il ministro dell’Interno Horst Seehofer (bollato come «il Salvini tedesco"), di boicottare i soccorsi. La Germania, in piena crisi interna, ha poi confermato che non accoglierà i migranti della Lifeline.  «Al momento non c'è una necessità di azione per la Repubblica federale tedesca», ha affermato. Anche in futuro ci lasceremo guidare dai principi di «umanità e ordine». Seehofer ha affermato che bisogna capire come evitare di creare un «precedente». Dopo alcune ore, finalmente, La Valletta ha dato l’ok all’approdo della Lifeline nel suo porto, che si è concluso positivamente poco prima delle 20. Muscat ha rivendicato la corretta gestione del caso, spiegando di aver incassato il sostegno del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. Ricordando che Malta fa il suo dovere sui migranti, perché «è il secondo paese per numero di richiedenti asilo accolti pro capite in Europa» ed «il primo a compiere il suo dovere nel piano di ricollocamento da Italia e Grecia». Il premier maltese ha colto l’occasione anche per stemperare le tensioni con Roma, con cui da tempo c'è un rimpallo delle tante imbarcazioni cariche di profughi africani in cerca di approdo in Europa. Ultimo, in ordine di tempo, il caso della Aquarius, accolta dalla Spagna dopo un lungo pellegrinaggio in mare e feroci scambi di accuse tra Roma e La Valletta. Muscat ha chiarito che sulla Lifeline «non c'è stato uno scontro tra due stati membri». Piuttosto, l’imbarcazione risulta «nave da diporto e come tale non può compiere intercettazioni di naufraghi» ed ha ignorato gli ordini di affidare i migranti alla guardia costiera libica. Da qui il sequestro e l’avvio di un’inchiesta. Anche Salvini ha definito la nave «fuorilegge», ma soprattutto ha rivendicato che «dopo anni di parole, in un mese arrivano i fatti», e cioè che la linea contro l’accoglienza sempre e comunque paga. La stessa soddisfazione è emersa a Palazzo Chigi, seppur con toni più sfumati. L’attracco della Lifeline a Malta «era lo sbocco che avevo auspicato. Io ho favorito questa soluzione, quindi la commento positivamente», ha sottolineato Conte. Il premier, ritwittando il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, ha auspicato che la vittoria dell’Italia possa «diventare un vittoria per tutta l’Europa, ma solo se prevarrà la solidarietà sugli egoismi». Un messaggio in vista del cruciale vertice di domani e dopodomani a Bruxelles. Nel frattempo, il governo lavora per rafforzare la sua collaborazione con la Libia, 'hub' delle partenze dal Nord Africa. E donerà alle autorità di Tripoli altre 12 motovedette per pattugliare le coste del Mediterraneo.

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