Una cerimonia pubblica, ufficiale, per smantellare il sito dei test nucleari, tra il 23 e il 25 maggio, tre settimane prima dello storico vertice di Singapore tra Donald Trump e Kim Jong-un.
Non passa giorno che la Corea del Nord non annunci passi significativi verso una completa distensione dei rapporti con la comunità internazionale, per fugare ogni sospetto sulle sue reali intenzioni e dimostrare che davvero Pyongyang è pronta a negoziare la pace e la sua completa denuclearizzazione.
Ad annunciare che il sito di Punggye-ri, nel nordest del Paese, sarà raso al suolo con tanto di show mediatico ad uso e consumo dei media internazionali è stato il ministero degli Esteri con una nota riportata dall’agenzia di stampa ufficiale del regime Kcna. Saranno invitati giornalisti provenienti da Corea del Sud, Cina, Stati Uniti, Gran Bretagna e Russia. Tutti nel nome della massima trasparenza. E se la data precisa non è stata ancora fissata, si spiega, è solo perché la scelta dipenderà dalle condizioni meteo.
Saranno abbattuti tutti i tunnel costruiti sotto il monte Mantap, dove dal 2006 si sono svolti ben sei test nucleari, con l'ultima esplosione, quella del settembre 2017, che avrebbe già fatto collassare in parte la montagna e, secondo alcuni, danneggiato irreparabilmente il sito. Saranno poi rimossi sia le postazioni per l’osservazione degli esperimenti sia i fabbricati dove è stata portata avanti la ricerca sia le strutture adibite alla sicurezza e alla sorveglianza.
La decisione di smantellare il sito era stata già annunciata da Kim subito dopo lo storico incontro con il presidente sudcoreano Moon Jae-in dello scorso 29 aprile. Ora, fissare la data prima del decisivo faccia a faccia con Trump vuol dire per Pyongyang arrivare all’appuntamento avendo fatto tutto quello che si attendeva Washington, dopo la liberazione dei tre prigionieri americani che erano ancora detenuti a Pyongyang. Certo, quello di Punggye-ri non è l’unico sito nucleare esistente in Corea del Nord.
Sulla base delle informazioni dell’intelligence di Seul e di quella di Washington, si stima che siano almeno 15 le strutture presenti sul territorio nordcoreano, tra cui due reattori atomici e tre reattori di generazione d’energia concentrati a Yongbyon, cuore nucleare nella provincia di North Pyongan, non lontano dalla capitale. Ma un quadro più preciso lo si avrà nelle prossime settimane, e l'amministrazione Trump ribadisce la sua convinzione che il regime di Kim stia facendo sul serio.
Una convinzione rafforzata dopo l’ultima missione a Pyongyang del neo segretario di stato Mike Pompeo, fiducioso che la Corea del Nord da Paese nemico, anzi «canaglia», si trasformi in "partner stretto» degli Stati Uniti. Il capo della diplomazia Usa ha anche spiegato di aver ribadito a Kim che Pyongyang dovrà sbarazzarsi di tutte le sue armi nucleari in modo permanente e verificabile, e che in cambio di questo impegno gli Stati Uniti sono pronti ad aiutare l’economia nordcoreana vicina al collasso dopo decenni di sanzioni.
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