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Amanda Knox chiede 9mila dollari per parlare di Meredith nei college Usa: è polemica

Amanda Knox

NEW YORK. Amanda Knox chiede 9.000 dollari più le spese per raccontare la 'sua' Meredith Kercher. Ed è subito polemica, con la famiglia della studentessa inglese uccisa che l’accusa di essere solo a caccia di «fama e soldi».

Nella veste di vittima di una giustizia scorretta, Knox è apparsa davanti agli studenti del Roanoke College, in Virginia, per raccontare la sua storia. Un primo appuntamento nell’ambito di una tourneé a pagamento fra le università americane organizzata dall’agenzia 'All American Speakers', tramite la quale Amanda chiede un onorario in media di 9.000 dollari per ogni apparizione, oltre alle spese.

Senza nascondere le sue emozioni, Knox ha presentato agli studenti di Roanake la sua storia. «Sono stata dipinta come il diavolo», ha detto di fronte a un nutrito pubblico. «Tutto quello che è stato detto su di me non conta. Quello che conta è solo la verità. Ho sempre creduto che ci fosse una luce in fondo al tunnel perché è la verità che conta», ha aggiunto ripercorrendo la vicenda, che l’ha vista trascorrere quattro anni in carcere prima di essere definitivamente assolta.

Amanda ha parlato di quello che era allora il suo fidanzato, Raffaele Sollecito, e del loro bacio catturato in una fotografia che ha tanto fatto discutere. «Non avrei mai pensato che potesse contare in un’aula di tribunale. Neanche nei miei peggiori incubi avrei immaginato di essere incriminata ingiustamente. Ma quando l’accusa e i media hanno costruito la loro storia, hanno creato una versione sosia di me che vi rientrava perfettamente». Amanda è poi andata avanti dicendo che «la verità non può essere scoperta ignorando la realtà», una realtà fatta anche di un sistema giudiziario composto da persone non perfette anche se ben intenzionate.

La famiglia di Meredith accoglie l’iniziativa di Amanda con stupore: «Spero capisca quanto sia inappropriato questo comportamento», afferma il legale della famiglia Kercher, Francesco Maresca. «Continuo a pensare - aggiunge - che dovrebbe ringraziare la giustizia italiana per averla dichiarata assolta nonostante due precedenti condanne pesantissime e invece si impegna in iniziative commerciali offensive per la memoria della povera Meredith. Certamente - conclude il legale - di cattivo gusto».

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