ROMA. «Sono stata contattata dalla mamma di Charlie. E’ una signora molto determinata e molto decisa, che non vuole cedere di fronte a nulla. Ci ha chiesto di provare a verificare la possibilità che questa cura venga fatta, e i nostri medici e scienziati stanno approfondendo la possibilità». Lo ha detto Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, a margine della presentazione della Relazione Sanitaria e Scientifica 2016 del nosocomio.
«L'ospedale ci ha detto che, per motivi legali, non può trasferire il bambino da noi. Questa è un’ulteriore nota triste». Lo ha detto Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, a margine della presentazione della Relazione Sanitaria e Scientifica 2016.
"Quando ci ha chiamati la mamma - ha aggiunto - l’abbiamo ascoltata con molta attenzione. Non so se sarà possibile trovare una cura», «i nostri scienziati approfondiranno il tema e poi paleranno direttamente con la famiglia».
La mamma di Charlie è "determinatissima a combattere fino all’ultimo». Intanto il Bambino Gesù, ha concluso Enoc, «continua a dare la risposta all’accompagnamento al bimbo e ai genitori per una decisione su staccare o non staccare la spina, eventualmente anche spiegandogli la situazione».
«Nella vita ci sono zone grigie. In questo caso è molto difficile dire se c'è accanimento terapeutico o no». Risponde così, alla richiesta di una valutazione dal punto di vista etico sulla vicenda di Charlie, Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, il nosocomio che si è reso disponibile ad accogliere il piccolo e la sua famiglia.
«Su questa zona grigia - ha proseguito Enoc - mi astengo dal giudizio e faccio la sola cosa che posso fare, ovvero dire che possiamo accogliere la famiglia e accompagnarla così come ci ha chiesto il Papa».
sono sempre al capezzale del piccolo Charlie i suoi genitori che oggi hanno diffuso una nuova foto in cui abbracciati guardano il neonato ricoverato al Great Ormond Street Hospital di Londra. Connie Yates e Chris Gard sperano che possa succedere qualcosa, come si legge sul Mirror online, prima che i medici decidano di staccare i macchinari che tengono in vita il figlio dopo aver concesso venerdì scorso una proroga alla famiglia. L’attenzione internazionale è massima, col coinvolgimento non solo delle autorità britanniche ma anche del presidente americano Donald Trump, del Papa e dell’ospedale Bambino Gesù di Roma. Si spera ad esempio in un intervento diretto della premier Theresa May per sbloccare la situazione. Intanto compare sui media un caso «simile» andato a buon fine: quello di un bimbo americano, Arturito Estopinan, che affetto dalla stessa malattia di Charlie è riuscito a sopravvivere, oggi ha 6 anni, grazie a un trattamento sperimentale negli Usa, lo stesso che vorrebbero tentare i genitori del piccolo britannico.
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