
ISTANBUL. Recep Tayyip Erdogan diventa 'super-presidente', ma la Turchia resta spaccata in due. Come previsto dai sondaggi, il cruciale referendum costituzionale che blinda il 'Sultano' fino al 2034 finisce con un testa a testa. Il 'sì' vince con il 51,2%, con un margine di poco di un milione di voti di vantaggio.
Ma è un successo macchiato da forti polemiche sui brogli, con l'opposizione che annuncia di voler contestare almeno il 37% delle schede dopo che il Consiglio elettorale supremo (Ysk) ha autorizzato, per la prima volta in Turchia, il conteggio tra i voti validi di schede non timbrate, salvo esplicite prove di frodi. "I nostri dati indicano una manipolazione tra il 3 e il 4%, da stamani abbiamo individuato 2,5 milioni di voti problematici", ha denunciato il vice-leader dei kemalisti del Chp, Erdal Aksunger.
A decidere la vittoria di Erdogan è stato ancora una volta lo zoccolo duro dei suoi sostenitori nell'Anatolia profonda, islamica e tradizionalista, mentre deludente è apparso l'apporto dei nazionalisti del Mhp, a loro volta spaccati sulla scelta referendaria. Al presidente hanno voltato le spalle le grandi metropoli, dove il suo Akp governa da più di vent'anni. A Istanbul e nella capitale Ankara il 'no' è sopra il 51%, mentre a Smirne, terza città del Paese e storica roccaforte laica, sfiora il 70%.
Anche i curdi, duramente colpiti dalla repressione prima e dopo il fallito golpe della scorsa estate, si sono espressi in maggioranza contro Erdogan. Che però, ancora una volta, l'ha spuntata sulla linea del traguardo. Alta la partecipazione al voto, come da tradizione in Turchia. L'affluenza finale è dell'84%, mentre fa il record l'affluenza all'estero, superando il 45%. Con gli emigrati, la retorica nazionalista anti-Ue ha funzionato.
Il 'sì' all'estero sfiora il 60%, va anche oltre in Germania e Olanda. Il popolo di Erdogan festeggia in piazza e con i suoi leader. "Questa è una nuova pagina nella storia della nostra democrazia, il risultato verrà usato per garantire la pace e la stabilità della Turchia", ha detto ai sostenitori accalcati sotto la pioggia il premier Binali Yildirim che, salvo crisi di governo, sarà l'ultimo della storia turca, fino all'entrata in vigore del nuovo sistema presidenziale nel 2019. "D'ora in poi, c'è una nuova Turchia", ha esultato il ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu. In tarda serata, anche un discorso di Erdogan. Di "successo molto importante" ha parlato poi il leader nazionalista Devlet Bahceli. Il referendum non lascia spazio a mezze misure, ma da stasera la Turchia appare ancora più divisa.
Persone:
4 Commenti
marco
16/04/2017 23:18
Molti fulmini si vedono in cielo; mi auguro che non ci sia tempesta in arrivo
Daniela
17/04/2017 01:51
Il passo "democratico" per la dittatura è stato fatto... Ora che diranno i politicanti europei, sarà ammessa una dittatura in Unione Europea? Mah!
Miki
17/04/2017 09:41
Brogli elettorali infiniti. Adesso farà un altro referendum taroccato sulla pena di morte così potrà eliminare per sempre gli avversari politici turchi. Il mondo ormai è in mano a delle menti pericolose.
Vincent Amico
20/04/2017 13:40
Meglio cosi'! La Turchia sta semplicemente riprendendo il suo posto nella geopolitica mondiale,quale potenza islamica,dopo quasi un secolo. Sta giustamente finendo l'epoca della secolarizzazione voluta da Ataturk,e soprattutto della "europeizzazione" della Turchia,una pasticciata voluta dall'America e dall'Inghilterra per soddisfare i loro calcoli politici e militari. E soprattutto,sta finendo questa farsa della Turchia quale probabile membro dell'Unione Europea,una farsa che dura da parecchi decenni e che finalmente si sta facendo vedere nella sua assurdita'-anche questa,naturalmente,un prodotto della perversa politica americana di intromissione nella politica europea. La Turchia e' un paese islamico.Punto e basta.Niente a che vedere con l'Europa.Date a Cesare quel che e' di Cesare."A ciascuno il suo",dice Pirandello.