WASHINGTON. Gli Stati Uniti hanno lanciato 59 missili verso una base aerea siriana, dopo l'attacco con armi chimiche nella provincia di Idlib.
Sono 59 i missili Tomahawk lanciati da due cacciatorpediniere Usa nel Mediterraneo orientale, ed hanno colpito alle 20.45 ora di Washington - le 3.45 del mattino a Damasco - la base aerea di Shayrat, nel centro del Paese: la stessa da cui secondo fonti di intelligence sarebbero partiti i jet che martedi' hanno scaricato agenti chimici sulla provincia di Idlib, fatali per oltre 70 persone tra cui almeno 30 bambini. E' il primo attacco diretto Usa alla Siria dall'insediamento del presidente Donald Trump. Quest'ultimo non aveva preannunciato l'operazione, sebbene in giornata il suo messaggio sulla crisi siriana fosse stato più netto che nei giorni precedenti.
"Dio benedica l'America e il mondo intero". La formula usata dal presidente Donald Trump al termine della breve dichiarazione in cui informa gli americani dell'attacco sferrato in Siria e' insolita. E forse nasconde un avvertimento, questo si', all'intero globo: gli Stati Uniti, di fronte alla barbarie e soprattutto di fronte alle minacce alla propria sicurezza nazionale, non resteranno piu' fermi a guardare. Perchè l'era Obama e' finita.
La prima azione militare direttamente ordinata dal tycoon, senza alcuna autorizzazione del Congresso, rappresenta una vera e propria svolta. Uno strappo con la strategia del suo predecessore alla Casa Bianca, più volte descritto come un "guerriero riluttante". Trump mostra invece i muscoli. E colpendo Assad non solo sfida la Russia di Vladimir Putin, ma manda un chiaro e potente messaggio anche alla Corea del Nord e alla Cina, quest'ultima accusata di non fare abbastanza per fermare le provocazioni del regime di Kim Jong-un.
E l'ipotesi di raid aerei contro obiettivi del governo di Pyongyang è gia' sulla scrivania dello Studio ovale. Si cala dunque nei panni dell'uomo forte Trump, e non ha timore di farlo mentre nella sua sontuosa dimora di Mar-a-Lago, in Florida, riceve il leader cinese Xi Jinping. L'obiettivo colpito in Siria - dalle prime informazioni - è molto limitato. Ma quel che conta è far sapere al mondo che gli Usa sono pronti a intervenire militarmente con grande rapidità, e anche con brevissimo preavviso. Un metodo lontano anni luce - sottolinea il New York Times - dalla cautela usata da Obama prima di colpire qualunque tipo di bersaglio.
Certo, il presidente americano dovra' fare i conti ora con le reazioni: da Mosca innanzitutto, anche se il Pentagono afferma di aver informato la Russia prima del bombardamento, ma anche da Pechino. E dovra' fare i conti con in rischi elevatissimi di scatenare una guerra dalle conseguenze imprevedibili. Soprattutto se alla prova di forza di queste ore non seguira' un serio sforzo diplomatico per tentare di arrivare davvero ad una soluzione politica della crisi siriana, al Palazzo di vetro dell'Onu o altrove.
Il Comitato di Difesa della Duma di Stato (la Camera bassa) russa afferma che l'attacco missilistico degli Stati Uniti contro la Siria potrebbe peggiorare i rapporti tra Mosca e Washington, nonché portare a un ampliamento dei conflitti armati in Medio Oriente. Lo riportano i media russi. "La Russia prima di tutto chiederà una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Questo può essere considerato come un atto di aggressione da parte degli Stati Uniti contro uno Stato dell'Onu", ha detto ai media russi Viktor Ozerov, presidente del comitato di Difesa e sicurezza del Consiglio federale (parlamento) russo.
''Martedi' - ha detto Trump - il dittatore della Siria, Bashar al-Assad, ha lanciato un terribile attacco con armi chimiche contro civili innocenti'', togliendo la vita a ''uomini, donne e bambini. Per molti di loro e' stata una morte lenta e dolorosa. Anche bambini bellissimi sono stati crudelmente uccisi in questo barbaro attacco. Nessun bambino dovrebbe mai soffrire tale orrore'', ha affermato il presidente Usa. ''Ho ordinato un attacco militare mirato in Siria sulla base da cui e' stato lanciato l'attacco chimico. E' nel vitale interesse di sicurezza degli Stati Uniti prevenire l'uso di armi chimiche'', ha messo in evidenza il presidente americano.
Per lui non c'e' dubbio che la Siria ''abbia usato armi chimiche vietate, violando gli obblighi della Convenzione sulle Armi Chimiche e ignorando il Consiglio di Sicurezza dell'Onu''. ''Anni di tentativi per far cambiare il comportamento di Assad hanno fallito, hanno fallito drammaticamente. E il risultato e' che la crisi dei rifugiati continua a peggiorare e l'area a destabilizzarsi, minacciando gli Stati Uniti e i suoi alleati. Chiedo a tutti i paesi civilizzati - ha concluso Trump - di unirsi a noi nel cercare di mettere fine al massacro e al bagno di sangue in Siria, e anche a mettere fine al terrorismo''. In chiusura l'inusuale formula 'God bless America and the entire world', Dio benedica l'America e il mondo intero.
Il Pentagono, intanto, fa sapere che l'attacco Usa contro la base aerea in Siria ha "ridotto la capacita' del governo siriano di utilizzare armi chimiche". Stando ad un comunicato della Difesa americana secondo indicazioni iniziali l'attacco ha severamente dannegiato o distrutto velivoli siriani e strutture di supporto e attrezzature presso la nase aerea di Shayrat, riducendo la capacita' del governo siriano di inviare armi chimiche".
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