ISTANBUL. Sul velo in Turchia cade l'ultimo tabù. Dopo università, uffici pubblici e polizia, adesso anche nell'esercito le donne potranno coprirsi il capo nel rispetto dei dettami dell'Islam.
Il nuovo regolamento preparato dal ministero della Difesa, che entrerà in vigore con la prossima pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale di Ankara, completa il percorso di rimozione di un divieto da sempre sventolato dal presidente Recep Tayyip Erdogan come simbolo dell'oppressione delle èlites laiche nei confronti della maggioranza silenziosa del Paese.
Sotto i berretti militari ma anche gli elmetti da guerra, le soldatesse potranno portare il velo, purchè sia dello stesso colore dell'uniforme e non rechi alcun disegno o altri motivi. Un diritto che spetterà non solo a chi ha già avviato la carriera nelle Forze armate, ma anche alle cadette delle scuole militari, sconvolgendo le rigide tradizioni di un'istituzione storicamente considerata come un bastione della laicità voluta da Mustafa Kemal Ataturk.
Per l'esercito turco, già sotto shock per le purghe che lo hanno decimato dopo il fallito golpe del 15 luglio, e ridimensionato dalle riforme interne promosse dal governo, è l'inizio di un nuovo corso. Si compie così l'ultimo passo di una battaglia storica dell'islam politico di Erdogan, che in Parlamento ha portato numerose deputate con il velo, nonchè alcune ministre al governo.
A settembre, era toccato alle poliziotte ottenere la possibilità di coprirsi il capo in servizio. La maggior parte dei divieti nella vita pubblica era già stata rimossa dal 2013, con Erdogan premier. Tra questi, anche quelli molto contestati che impedivano alle ragazze velate di frequentare l'università.
Una limitazione che nei fatti era già stata tolta qualche anno prima, favorendo la tolleranza in molti atenei privati, con la complicità dell'ex sodale Fethullah Gulen, ora nemico numero uno del presidente e sospettato di aver ordito il putsch per rovesciarlo.
A meno di due mesi dal cruciale referendum sul presidenzialismo, Erdogan torna così a strizzare l'occhio alla sua base conservatrice, cui la scorsa settimana aveva offerto un altro omaggio simbolico: l'avvio dei lavori per la costruzione della moschea a piazza Taksim, simbolo della Istanbul laica.
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