TEL AVIV. Nove persone sono state arrestate dalla polizia israeliana a Gerusalemme est in seguito all'attentato compiuto ieri da un camionista palestinese che ha investito un gruppo di militari, provocando 4 morti, ed è poi stato ucciso. Fra gli arrestati, ha precisato una portavoce della polizia, figurano cinque congiunti dell'attentatore, Fadi al-Qanbar (28), che secondo le autorità era un sostenitore dello Stato islamico. Ieri incidenti si sono verificati nel rione di Jabel Mukaber (Gerusalemme est) dove egli risiedeva e la polizia e' stata costretta ad intervenire. Nel frattempo in diversi cimiteri di Israele si svolgeranno i funerali delle vittime: un militare e tre soldatesse, tutti di circa 20 anni. A poche ore dall'attentato, infatti, si fa strada la sensazione che lo Stato islamico stia cercando di inserirsi nel conflitto israelo-palestinese. "Secondo tutti i segni raccolti finora - ha detto il premier Benyamin Netanyahu - l'attentatore è un sostenitore dell'Isis. Sappiamo che c'è un filo comune di attentati, e certamente è possibile che ci sia anche un legame fra di loro: dalla Francia a Berlino, adesso a Gerusalemme". Da tempo i seguaci del Califfato premono lungo i confini di Israele. Hanno sparato razzi da Gaza e dal Sinai egiziano verso il Neghev. Altri miliziani prendono minacciosamente posizione nella Siria meridionale, a ridosso del Golan. E i messaggi mediatici dell'Isis raggiungono anche i palestinesi dei Territori e gli arabi cittadini di Israele. Il camion lanciato contro la folla fa pensare agli attentati di Nizza (14 luglio) e di Berlino (19 dicembre), rivendicati dall'Isis. E' possibile che l'attentatore che ha colpito a Gerusalemme, Fadi al-Qanbar, ne sia stato influenzato. Ma negli anni 2014-15, ricorda Mandelboim, camion ed altri automezzi guidati da palestinesi fecero vittime fra gli israeliani.