NEW YORK. Un'azienda di famiglia e un 'fortino' di fedelissimi che opera con pratiche non standard che riflettono la cultura di Donald Trump. Dopo aver dissolto la fondazione di famiglia, Trump lavora a risolvere il conflitto di interessi della Trump Organization: un'operazione non facile, con tutti gli accordi siglati che portano la firma del presidente eletto.
A scavare nell'organizzazione è il New York Times, secondo il quale i dipendenti del gruppo sono 4.000 a livello mondiale e solo 150 nel quartier generale alla Trump Tower. Fra i fedelissimi ci sono Matthew Calamari, il chief operating officer della società, e Alan Gartner, il consigliere legale.
Secondo le prime indicazioni emerse, Trump sarebbe intenzionato a rimuovere Ivanka dall'organizzazione e a lasciare la gestione dell'impero ai figli Eric e Donald Jr. Ma non è ancora chiaro come intenda districarsi dagli investimenti in oltre 500 società.
"Per avere successo nel gruppo bisogna essere preparati, devoti e fedeli", afferma Gartner. In ogni accordo l'ultima parola è di Trump. "Nell'assumere decisioni su partnership, nulla è deciso da un comitato o da raccomandazioni scritte", mette in evidenza il New York Times, descrivendo le modalità operative del gruppo.
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