ISTANBUL. È salito ad almeno 372 il totale delle persone arrestate nei blitz condotti dall'antiterrorismo turca in 11 province per sospetti legami con il Pkk curdo, dopo l'attacco che sabato sera ha provocato almeno 44 vittime a Istanbul.
In maggioranza, si tratta di iscritti al partito filo-curdo Hdp, comprese le due deputate fermate la scorsa notte. Secondo l'agenzia statale Anadolu, una nuova
retata ha portato all'arresto di altri otto militanti nella provincia occidentale di Balikesir, dopo che la sede locale del partito era stata attaccata nelle scorse ore a colpi d'arma da fuoco mentre era deserta.
L'aviazione turca ha compiuto ieri pomeriggio nuovi raid contro obiettivi del Pkk curdo in nord Iraq, distruggendo almeno 12 postazioni dei ribelli, tra
cui rifugi e depositi di armi. Lo riporta l'agenzia statale Anadolu, citando fonti di sicurezza. L'operazione è stata condotta nella regione di Zap, già bombardata poche ore prima.
Le unità antiterrorismo sono piombate nelle sedi dell'Hdp anche a Manisa, Adana e Mersin, mentre altri massicci blitz sono arrivati a Gaziantep e Hakkari, nel sud-est. Un giro di vite contro un partito già decapitato con la detenzione a inizio novembre di 10 deputati, tra cui i leader Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag, e oltre 50 sindaci.
Dopo la netta condanna giunta ieri dall'Hdp, a stigmatizzare gli attacchi ed esprimere solidarietà alle vittime è giunto anche un messaggio dal carcere di Demirtas. Ma ad Ankara la presa di distanza non basta. Il partito ha fatto sapere che nel giorno degli attentati il leader curdo, simbolo dell'opposizione a Recep Tayyip Erdogan e nemico giurato del suo progetto di riforma presidenzialista, ha avuto in carcere una crisi cardiaca e non sarebbe adeguatamente assistito. Le autorità assicurano però che non corre alcun rischio.
Tra gli arresti, ci sono anche quelli di diverse persone intercettate dalla polizia postale dopo aver condiviso sui social media presunti messaggi celebrativi dell'attacco. In queste ore, i cittadini vengono invitati a segnalare via email qualsiasi post 'sospettò. La risposta di Ankara non si è fatta attendere neppure sul piano militare. Nelle scorse ore, l'aviazione è tornata a bombardare obiettivi del Pkk in nord Iraq, distruggendo - si sostiene in una nota - 12 postazioni dei ribelli, tra cui un centro di comando e un'area impiegata come deposito di armi.
A Istanbul, ancora oggi si sono svolte diverse manifestazioni per commemorare le vittime. Sul luogo delle esplosioni, che sarà ribattezzato "Collina dei martiri", hanno deposto corone di fiori anche una trentina di consoli stranieri, dopo i messaggi di cordoglio giunti alla Turchia dai governi di tutto il mondo.
Nel punto in cui sabato è esplosa l'autobomba si è recato anche il presidente Erdogan. Mercoledì, intanto, il premier Binali Yildirim farà il punto delle iniziative antiterrorismo con i leader dell'opposizione parlamentare. Un summit da cui, ancora una volta, saranno esclusi i curdi.
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