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Gli occhi dell'Europa su Washington, le reazioni del mondo sull'esito del voto americano

Martin Shulz, presidente del Parlamento europeo

NEW YORK. Europa inquieta ma decisa a guardare avanti, Russia in festa. In tutto il mondo già ci si interroga sull'inattesa vittoria del controverso Donald Trump alle presidenziali americane.

Il tycoon, in effetti, ha compiuto un miracolo e contraddicendo i sondaggi ha conquistato tutti gli stati necessari - tra cui Ohio, Florida, North Carolina - per conquistare la fatidica soglia dei 270 grandi elettori, consacrandosi così 45/esimo presidente degli Stati Uniti, e infrangendo il sogno di una prima donna alla Casa Bianca, Hillary Clinton.

Da Bruxelles la prima reazione è stata di preoccupazione: il presidente del Parlamento Ue Martin Schulz ha affermato che «la relazione transatlantica diventerà più difficile». Di apertura, invece, i messaggi delle altre autorità comunitarie.

«Continueremo a lavorare insieme, i legami tra Ue e Usa sono più forti di ogni cambiamento», ha sottolineato l'Alto rappresentante Federica Mogherini, mentre i presidenti del Consiglio e della Commissione Donald Tusk e Jean Claude Juncker hanno invitato Trump a visitare l'Europa, affermando che «oggi è più importante che mai rafforzare le relazioni transatlantiche».

Dall'Italia il premier Matteo Renzi gli ha augurato buon lavoro, «convinto che l'amicizia resti forte e solida» e rilevando che «questo è il punto di partenza per tutta la comunità internazionale anche al netto di certe diffidenze  campagna elettorale. Gran Bretagna e Usa rimarranno partner »stretti e vicini«, ha assicurato anche la premier Theresa May.

Più fredda Berlino con il ministro degli esteri che dice: "dobbiamo accettarlo".

La reazione più attesa era probabilmente quella del Cremlino, accusato da più parti di aver tentato addirittura di sabotare il voto americano in favore di Trump. Vladimir Putin si è congratulato con il prossimo presidente, augurandosi che i «rapporti russo-americani possano uscire dalla crisi».

Congratulazioni sono arrivate anche da un altro 'uomo forte", il presidente egiziano al-Sisi. E poi ancora da India, Giappone, Spagna, con Rajoy che parla di «eccellenti prospettive».

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha auspicato di incontrare Trump quanto prima. La Corea del Sud, invece, ha convocato il Consiglio sulla sicurezza nazionale, preoccupata per l'approccio «non convenzionale» verso la Corea del Nord dichiarato da Trump.

I palestinesi hanno ricordato a Trump che è necessaria una soluzione a due Stati in Medio Oriente. L'Iran ha auspicato che Trump rispetti gli accordi sul dossier nucleare. Il tycoon, da parte sua, ha assicurato che sarà il presidente di tutti gli americani e che cercherà alleanze e non conflitti in tutto il mondo.

La grande sconfitta, Clinton, parlerà soltanto nelle prossime ore. Nel frattempo, dimostrazioni di protesta contro il prossimo inquilino della Casa Bianca stanno avendo luogo in diverse città del Paese.

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