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Turchia, arrestati 12 deputati del partito Hdp: protesta dei curdi

ISTANBUL. La polizia turca ha respinto con la forza gruppi di manifestanti a Istanbul, nella capitale Ankara e a Diyarbakir, principale città curda nel sud-est del Paese, che protestavano contro gli arresti di 12 deputati del partito filo-curdo Hdp. Lo riportano media locali. Diverse manifestazioni sono inoltre state impedite in tutta la Turchia.

Nel corso degli scontri avvenuti a Diyarbakir, davanti al tribunale dove si trovano alcuni dei deputati arrestati, sono stati fermati almeno 10 manifestanti, tra cui un'altra deputata dell'Hdp, Sibel Yigitalp, e Sebahat Tuncel, ex deputata e attuale co-leader del Dbp, branca locale dell'Hdp.

"Sono estremamente preoccupato per l'arresto dei co-presidenti e di altri membri del Partito Democratico dei Popoli (Hdp), la terza forza politica nel parlamento turco". E' quanto dichiara Pedro Agramunt, presidente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, reagendo alla detenzione di Selahattin Demirtas, Figen Yuksekdag e altri esponenti del partito filo curdo Hdp.

"L'arresto di parlamentari che ricevono il loro mandato dai cittadini attraverso elezioni democratiche è un fatto estremamente grave", ha sottolineato Agramunt, aggiungendo che ha intenzione di sollevare la questione con il presidente del parlamento turco "in modo da ottenere spiegazioni su una misura così estrema contro dei parlamentari".

Il presidente dell'Assemblea parlamentare ha ricordato anche che "in una recente opinione sull'inviolabilità parlamentare in Turchia la Commissione di Venezia aveva richiesto alle autorità di rafforzare il sistema dell'immunità parlamentare, per garantire in particolare la libertà d'espressione dei membri del parlamento".

Al contrario per Agramunt "l'arresto dei parlamentari invia il messaggio opposto, in particolare nella situazione attuale dopo la recente chiusura di 15 media curdi e il raid contro Cumhuriyet, uno dei maggiori quotidiani del Paese". Le deroghe alla Convenzione europea dei diritti umani, che possono essere giustificate durante lo stato d'emergenza, impongono comunque l'obbligo di rispettare gli standard fissati nel testo e dalla Corte di Strasburgo.

"Le autorità turche devono agire con estrema cautela e ascoltare i consigli ben intenzionati dei vari organi del Consiglio d'Europa per garantire che i diritti umani siano rispettati ed evitare che arrivino ricorsi a Strasburgo", ha avvertito Agramunt. Intanto diversi organi dell'assemblea parlamentare si recheranno in Turchia molto presto per discutere con le autorità delle misure prese nell'ambito dello stato d'emergenza.

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