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Elezioni Usa, paura per gli attacchi all'Election Day e la Clinton sarebbe "sotto quorum"

WASHINGTON. Vogliono colpire l'Election Day'. Gli 007 Usa non usano giri di parole per informare chi di dovere  che più si avvicina il giorno delle presidenziali americane,  martedì 8 novembre, più cresce il rischio di attacchi. Due le  preoccupazioni principali: la minaccia di attentati targati al  Qaida e quella di una cyberoffensiva senza precedenti, per  destabilizzare il processo elettorale e inquinare i risultati  delle urne.

Si tratta di un allarme che finisce per aggiungere tensione  al rush finale di una campagna elettorale tra le più velenose e  divisive della storia degli Stati Uniti. Con i due candidati  alla Casa Bianca, Hillary Clinton e Donald Trump, che i sondaggi  danno sempre più testa a testa, e con l'ex first lady non  ancora certa di riuscire a raggiungere la fatidica soglia dei  270 'grandi elettorì necessaria per vincere. Secondo l'ultimo  sondaggio della Cnn, Clinton è a quota 268 e Trump a quota 204,  con 66 grandi elettori ancora in bilico.  La situazione è così incerta che qualcuno comincia ad evocare  anche l'ipotesi pareggio. Certo è che se la rimonta di Trump  proseguirà nei quattro giorni che mancano al voto sempre più  probabile sarà un finale al fotofinish nella nottata elettorale.

In una situazione di tale incertezza, che si riflette anche  sull'andamento debole dei mercati, basta poco per cambiare le  sorti di un'elezione. Figuriamoci un attentato o un massiccio  attacco hacker alle reti Usa. Una minaccia che la Casa Bianca ha  ben presente: «Siamo consapevoli dei rischi e vigili. E stiamo  compiendo tutti i passi necessari per la sicurezza», ha detto il  portavoce di Barack Obama, Josh Earnest.

 Molti media Usa riportano come l'intelligence americana abbia  lanciato una vera e propria allerta terrorismo, soprattutto per  lunedì 7 novembre, alla vigilia del voto. Il timore in  particolare è che al Qaida possa pianificare attacchi in tre  stati americani. Nel mirino ci sarebbero New York, Texas e  Virginia. Soprattutto nel primo caso l'allerta è massima, visto  che domenica nella Grande Mela si svolgerà la tradizionale  maratona che attira ogni anno migliaia di persone da tutto il  mondo. Tra le misure di sicurezza messe in campo anche  un maggior controllo dei seggi elettorali, con tutte le polizie  locali allertate sul rischio che le urne possano essere un  'obiettivo invitantè per lupi solitari e persone motivate da  forme di estremismo violento.

Ma la minaccia è anche quella di un cyberattacco in grande  stile, da parte della Russia o di altri Paesi, con l'obiettivo  di creare il caos a ridosso o in concomitanza del voto. Per  contrastare questo pericolo si sta producendo uno sforzo senza  precedenti coordinato dalla stessa Casa Bianca e dal  Dipartimento per la sicurezza nazionale, col supporto del  Pentagono e delle principali agenzie di intelligence, dalla Cia  alla Nsa.

A Washington - raccontano fonti dell'amministrazione - ci si  prepara al peggio, compreso il cosiddetto 'worst case scenariò:  quello di una massiccia azione di hackeraggio che mandi  totalmente o parzialmente in tilt la rete elettrica o internet  del Paese. Ma si lavora anche per contrastare azioni di  manipolazione e disinformazione attraverso i social media, a  partire da Twitter e Facebook. Col timore della pubblicazione di  documenti falsi che coinvolgano i candidati in presunti   scandali. Grande attenzione anche alla possibilità che vengano  violati i software che gestiscono i registri degli elettori e le  urne elettroniche utilizzate in gran parte del Paese.      Sul fronte della media dei sondaggi, secondo il sito  specializzato RealClearPolitices, Clinton resta in vantaggio ma  solo di 1,7 punti, avendo per ora la certezza solo di 208 grandi  elettori contro i 164 di Trump. E con in gioco i restanti 166  negli swing state.

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