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Repubblicani spaccati su Trump: ma il tycoon resta il loro candidato, la Clinton vola nei sondaggi

Donald Trump - Fonte Ansa

 NEW YORK. Il partito repubblicano resta con Donald Trump. Lo ha detto il presidente del Republican National Committee, Reince Priebus, nel corso di una telefonata d'emergenza con i membri del comitato repubblicano nazionale. Lo riporta la stampa americana, secondo la quale Priebus avrebbe dichiarato che «nulla è cambiato in termini del nostro appoggio al candidato».

Priebus avrebbe definito le scuse di Trump sul video sessista «sincere» e messo in evidenza come il problema sia stato affrontato durante il dibattito. «Voglio chiarire che il Comitato nazionale repubblicano si coordina in pieno con la campagna di Trump, con la quale abbiamo un buon rapporto. Se c'è un messaggio da cogliere in questa telefonata è questo», afferma Priebus durante una conference call con gli altri membri del comitato.

Un confronto durato 14 minuti, riporta la stampa americana. E durante il quale Priebus non ha mancato di ribadire più volte il concetto: «Nulla è cambiato in merito ai rapporti» con la campagna di Trump. «Restiamo impegnati nell'assumere decisioni su come gestire» la campagna «a livello nazionale. Tutto procede. Voglio che lo capiate bene».

La parole chiare di Priebus si contrappongono a quelle fredde e dure di Ryan, lasciando intravedere la 'guerrà interna al partito repubblicano. Una 'guerra civilè, come molti l'hanno definita. E una guerra costosa per il partito, che emerge sempre più come il vero perdente della campagna, spaccato da Trump. Il silenzio del Republican National Committee da venerdì a lunedì ha creato confusione nel partito e fuori. Ma Priebus spiega il silenzio 'consapevolè. «Nelle ultime 24 ore, 36 ore, ci sono state molti falsi rumors sui quali non ci siamo voluti esprimere prima del dibattito di domenica, che era molto importante» mette in evidenza Priebus, definendo le scuse di Trump sul video sessista 'sincere'.

«Sono contento che Donald si sia scusato diverse volte. Si è scusato con gli americani, si è scusato con la famiglia. Era imbarazzato. Posso dire onestamente che era sincero perchè l'ho visto durante il fine settimana. Le scuse non erano solo qualcosa per il dibattito».

L'inasprirsi delle tensioni all'interno del partito repubblicano arriva a poche ore dal secondo dibattito tv tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, che ha visto incollate allo schermo 66,5 milioni di persone e Hillary Clinton affermarsi nuovamente contro il tycoon. Una vittoria che si riflette anche negli ultimi sondaggi, che danno la democratica avanti di 11 punti su Trump, quando al voto manca poco meno di un mese.

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