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L'allarme dell'Unicef: "Ci sono 385 milioni di bambini in povertà estrema"

NEW YORK. Circa 385 milioni di bambini vivono in  condizioni di povertà estrema. Lo riferisce un nuovo rapporto  dell'Unicef e della Banca Mondiale ('Ending Extreme Poverty: A  focus on Children').  Il rapporto (su dati del 2013) mostra che il 19,5% dei  bambini nei paesi in via di sviluppo vive in famiglie che  sopravvivono con 1,90 dollari o meno in media a persona al  giorno. I bambini rappresentano circa 1/3 della popolazione  presa in esame e quelli più piccoli sono più a rischio.     «I bambini non solo hanno più probabilità di vivere in  condizioni di povertà estrema, ma gli effetti della povertà su  di essa sono più dannosi - ha detto Anthony Lake, Direttore  generale dell'Unicef - È scioccante che metà di tutti i bambini  dell'Africa Sub Sahariana e che 1 bambino su 5 nei paesi in via  di sviluppo crescano in condizioni di povertà estrema. Non è  solo un limite per il loro futuro, ma anche per le loro  società».

La nuova analisi è lanciata in seguito allo studio della  Banca Mondiale 'Poverty and Shared Prosperity 2016: Taking on  Inequality', secondo cui circa 767 milioni di persone a livello  globale vivono con meno di 1,90 dollari al giorno (2013), la  metà di loro hanno meno di 18 anni.     Le stime globali sulla povertà estrema infantile sono basate  sui dati di 89 paesi che rappresentano l'83% della popolazione  dei paesi in via di sviluppo. L'Africa Sub Sahariana ha sia i  tassi più alti di bambini che vivono in povertà estrema che si  attesta ad appena sotto il 50%, sia la più alta percentuale al  mondo di bambini in povertà estrema, ad appena oltre il 50%. L'  Asia Meridionale è al secondo posto con circa il 36%, con oltre  il 30% dei bambini poveri che vivono soltanto in India. Più di 4  bambini su 5 in povertà estrema vivono in aree rurali.

«Il numero totale di bambini in povertà estrema indica la  reale necessità di effettuare degli investimenti specifici  durante i loro primi anni di vita, ad esempio in servizi come  assistenza prenatale per le donne in gravidanza, programmi per  lo sviluppo della prima infanzia, scuole di qualità, acqua  pulita, servizi igienico sanitari e cure mediche universali - ha  affermato, riferisce un comunicato, Ana Revenga, Senior  Director, Poverty and Equity del World Bank Group - Migliorare  questi servizi e assicurare che i bambini di oggi possano avere  un accesso a opportunità lavorative di qualità, è l'unica strada  per rompere il ciclo di povertà intergenerazionale».     Fra le richieste dell'Unicef e della Banca Mondiale ai  governi: misurare con costanza i livelli di povertà infantile a  livello nazionale e regionale e porre l'attenzione sui bambini  nei piani nazionali per la riduzione della povertà come parte  degli impegni per ridurre la povertà estrema entro il 2030;  rafforzare i sistemi di protezione sociale per i bambini,  compresi i programmi di trasferimento di denaro che aiutano  direttamente le famiglie povere a pagare cibo, sistemi sanitari,  istruzione e altri servizi; dare priorità agli investimenti su  istruzione, salute, acqua pulita.

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