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G20, Obama loda Renzi per le riforme e alla Turchia promette: autori del golpe pagheranno

Foto Ansa

HANGZHOU. Il presidente Barack Obama ha citato il premier Matteo Renzi come esempio di «buon lavoro di governo», soprattutto nelle riforme, nel suo discorso di apertura alla prima sessione dei del G20. Lo si apprende da fonti presenti ai lavori. Ma è soprattutto al presidente turco Recep Tayyip Erdogan che Obama ha dedicato buona parte del discorso tenuto oggi al G20.

Il presidente americano ha fatto sapere che gli Stati Uniti sono impegnati per far si che gli autori del fallito golpe ad Ankara siano assicurati alla giustizia. I due presidenti hanno avuto il loro primo faccia a faccia dopo il fallito colpo di stato in Turchia prima dell'inizio dei lavori del summit del G20 a Hangzhou, in Cina.

«I nostri soldati, le nostre forze di sicurezza e la cooperazione tra intelligence hanno aiutato a respingere l'Isis, specie lungo il confine turco-siriano. Ma ora dobbiamo finire il lavoro», ha detto il presidente Usa, Barack Obama, nell'incontro con il collega turco Recep Tayyip Erdogan, al margine del G20 ad Hangzhou riferisce il pool di giornalisti al seguito.

«Con Erdogan siamo d'accordo nel proseguire una transizione politica pacifica in Siria che è l'unico modo duraturo per far finire la guerra civile». Non ci dovrebbero essere distinzioni tra terroristi «buoni» e cattivi in merito alle crisi su Siria e aree limitrofe: il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, incontrando il presidente il presidente Barack Obama a ridosso dell'avvio del summit G20, dice che tutto il terrorismo «è cattivo».

A tal proposito, Usa e Turchia devono adottare gli stessi standard. Washington e Ankara, tra l'altro, sono in disaccordo sul ruolo dei curdi nella crisi siriana.   I negoziatori americani e russi stanno lavorando «incessantemente» per provare a raggiungere un accordo in grado di ridurre le violenze in Siria ma - ha detto Barack Obama nel bilaterale con il premier britannico Theresa May a margine del G20 - «non ci siamo ancora». Gli Stati Uniti - ha poi aggiunto Obama - sono scettici circa la possibilità di un cessate-il-fuoco, tentato più volte ma sempre di breve durata. I negoziati sono difficili - ha proseguito - e tra Usa e Russia ci sono «profonde differenze» Ma Obama sostiene che «vale la pena provare», tenendo conto del ruolo della Russia nel sostegno al presidente siriano Assad.

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